Nell’universo dei salumi, amati e apprezzati per il loro sapore ricco e la versatilità in cucina, la questione della salubrità e del contenuto di sale è sempre più rilevante. Molti di noi cercano alternative più sane, con un occhio particolare al contenuto di sodio, un elemento cruciale per chi vuole mantenere uno stile di vita equilibrato.
Ma quale salume è veramente il più salutare? E quale contiene meno sale? In questo articolo esploreremo le varie opzioni disponibili, rivelando una sorprendente verità: il salume più salutare non è il tanto amato prosciutto cotto. Preparati a scoprire quale insaccato può diventare il tuo nuovo alleato per una dieta più sana e bilanciata.
Il sale e i problemi legati al consumo eccessivo
Sappiamo tutti quanto sia difficile resistere alle tentazioni a tavola davanti a un tagliere di salumi e affettati misti. Invitanti e gustosi, una fetta tira l’altra. Tuttavia, sappiamo anche quanto sia importante consumare tali alimenti con una certa moderazione dal momento che contengono calorie ed elevate quantità di sale.
Non esattamente l’ideale per un regime alimentare dietetico, soprattutto per chi è impegnato, visto il periodo, in una remise en forme in vista della stagione estiva.
Ma non solo, dal momento che consumare troppo sale può comportare gravi conseguenze alla salute e al benessere del nostro corpo. Proprio un’alimentazione ad alto contenuto di sale, infatti, è tra le maggiori responsabili dell’ipertensione, ovvero della pressione sanguigna alta, con i rischi cardiovascolari che derivano da tale condizione.
Oltre all’apparato circolatorio, anche i reni possono soffrire a causa di un’eccessiva quantità di sale nell’organismo e occorre limitarne l’assunzione durante la gravidanza per scongiurare complicazioni.
I salumi che contengono meno sale
E sempre a proposito di sale, è bene fare un po’ di chiarezza sui salumi, che vanno inserititi nelle abitudini alimentari con oculatezza. Partiamo da quello che contiene meno sale: è la bresaola, che si ottiene dalla lavorazione della carne di manzo.
Proprio grazie al processo di stagionatura, ha una percentuale ridotta di sale (tra lo 0,5% e l’1%). Segue, con un contenuto che è compreso tra il 2% e il 3% il prosciutto cotto, salume a pasta morbida molto amato sin dall’infanzia.
Il contenuto di sale, poi, aumenta leggermente in altri salumi particolarmente diffusi, con percentuali che oscillano tra il 2,5% e il 3%. È il caso, per esempio, dello speck, della mortadella e del culatello, che spesso troviamo nei menù e che restano tra gli affettati considerati ipocalorici rispetto, per esempio, al salame e al prosciutto crudo. In ogni caso, meglio non esagerare mai con le quantità.