Il triangolo di Kanizsa è una famosa illusione ottica che è stata descritta per la prima volta nel 1955 dallo psicologo italiano Gaetano Kanizsa. Già, a dispetto del cognome stiamo parlando di un italiano, per cui se eravate stati tratti in inganno circa le origini di questo fenomeno potremmo dire che si tratta di un’illusione nell’illusione.
In cosa consiste la strana illusione
Ad ogni modo, in che cosa consiste l’illusione ottica del triangolo di Kanizsa? Nella figura sottostante vediamo, o meglio pensiamo di vedere, due triangoli equilateri bianchi, l’uno sovrapposto all’altro. La cosa interessante, però, è che in realtà nessuno dei due triangoli è effettivamente disegnato, e quindi sostanzialmente essi non esistono. Questo effetto è conosciuto come profilo soggettivo o illusorio.
Come se non bastasse, il triangolo bianco inesistente sembra essere ben più luminoso della zona circostante, quando invece quell’area ha la stessa luminosità delle zone adiacenti.
Questo fenomeno si verifica per un motivo ben preciso. Forse non ci abbiamo mai pensato, ma il nostro apparato percettivo ha una tendenza organizzativa innata costituita dall’articolazione figura-sfondo secondo cui non c’è una figura senza uno sfondo. Ciò avviene anche con figure ottenute con margini fisicamente inesistenti come appunto questi triangoli.
Da cosa dipende l’illusione: come lavora il nostro cervello
Detta in parole più semplici, l’illusione di Kanizsa dipende dal fatto che il nostro cervello ha la tendenza a vedere, sullo sfondo, un’immagine che usa per contrastare quella in primo piano. E se questa immagine non c’è, lui che cosa fa? Semplicemente la inventa.
Ora che avete imparato tutti i segreti dell’illusione di Kanizsa potete sottoporre a questo simpatico e divertente esperimento i vostri familiari e amici, e chiedere loro che cosa vedono nella figura.
La risposta, scommettiamo a occhi chiusi, sarà sicuramente quella che danno tutti, ovvero i due triangoli equilateri sovrapposti. A quel punto potrete smentirli spiegando che cosa sta sotto questa percezione. Il figurone, credeteci, è assicurato.