Neuralink, il video dell'uomo con chip nel cervello: i suoi nuovi 'super poteri'

La controversia su Neuralink: le scimmie usate dall'azienda di Elon Musk vittime di esperimenti discutibili. Si apre il dibattito.

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Stefania Cicirello

Stefania Cicirello

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Noland Arbaugh, un uomo di trent’anni dell’Arizona, è diventato il primo individuo al mondo a sottoporsi a un impianto cerebrale di Neuralink, l’azienda di neurotecnologie fondata da Elon Musk. Nel 2016, Noland ha subito un grave incidente che lo ha reso tetraplegico.

Il processo di impianto

Il chip, chiamato “Telepathy”, gli permette di controllare un computer utilizzando il pensiero. Nonostante qualche iniziale problema tecnico, il chip è stato rapidamente sistemato. Attualmente, Noland può muovere un cursore su uno schermo, ma le future applicazioni potrebbero includere il controllo di robot e veicoli autonomi.

Noland ha accettato l’impianto con la speranza di migliorare la sua qualità di vita e contribuire alla ricerca scientifica. L’esperienza di Noland con il chip è ancora in fase sperimentale e rappresenta un passo significativo verso l’integrazione uomo-macchina. Il processo di impianto ha coinvolto una procedura chirurgica minimamente invasiva. Dopo l’intervento, Noland ha intrapreso un percorso di riabilitazione per adattarsi all’uso del chip. Gli scienziati di Neuralink monitorano costantemente i progressi di Noland, raccogliendo dati cruciali per perfezionare la tecnologia.

La storia di Noland è emblematica delle potenzialità e delle sfide legate all’uso di neurotecnologie avanzate. Se da un lato il chip offre nuove speranze per persone con disabilità, dall’altro solleva questioni etiche e di sicurezza che dovranno essere affrontate man mano che la tecnologia si sviluppa.

La visione di Elon Musk per Neuralink è quella di creare un’interfaccia cervello-computer che possa non solo aiutare le persone con disabilità, ma anche ampliare le capacità cognitive umane. Con l’avanzamento della ricerca e dello sviluppo, l’esperienza di Noland potrebbe rappresentare un primo passo verso la realizzazione di questa visione ambiziosa.

Il video del primo chip impiantato da Neuralink

La startup Neuralink di Elon Musk aveva prima annunciato di aver installato con successo il suo primo impianto cerebrale in un essere umano, ottenendo risultati iniziali promettenti. Elon Musk aveva condiviso la notizia su X, ex piattaforma di Twitter, sottolineando che i risultati iniziali mostravano un promettente rilevamento dei picchi neuronali.

In un video pubblicato sul profilo “X” di Neuralink, il primo paziente a cui è stato impiantato un chip cerebrale, Noland Arbaugh, appare di fronte al mondo. Dopo aver subito un incidente stradale che lo ha reso tetraplegico, Arbaugh mostra entusiasmo nell’illustrare come il chip gli abbia restituito una nuova vita.

Grazie a questo dispositivo, può ora svolgere attività quotidiane e hobby come prendere lezioni di giapponese, giocare ai videogiochi e a scacchi, nonostante la sua estrema limitazione di movimento. Pur essendo paralizzato dalla spalla in giù, Arbaugh può controllare un cursore sullo schermo con il pensiero, grazie all’interfaccia cervello-computer sviluppata da Neuralink.

Questo risultato promettente apre la strada a un futuro in cui i chip cerebrali potrebbero essere utilizzati per ripristinare le funzioni perse, come la vista, la motricità e il linguaggio. Neuralink, fondata da Elon Musk, ha dichiarato l’intenzione di utilizzare tali dispositivi per trattare disturbi neurologici come la Sla e il Parkinson, e di sviluppare una possibile relazione simbiotica tra l’uomo e l’intelligenza artificiale.

I super poteri di “Link”

La tecnologia di Neuralink è stata approvata per i test su esseri umani dalla Food and Drug Administration (FDA) lo scorso anno. Il dispositivo principale, chiamato “Link”, ha le dimensioni di cinque monete impilate e viene inserito nel cervello attraverso un intervento chirurgico invasivo. Musk ha dichiarato che Neuralink consente di controllare dispositivi come telefoni e computer attraverso il pensiero, i primi utenti saranno coloro che hanno perso l’uso degli arti.

Le critiche e le sanzioni a Neuralink

Nei confronti di Neuralink, sono state sollevate critiche per gli esperimenti su animali, sottolineando presunte violazioni dell’Animal Welfare Act. Nel 2021, una scimmia con un chip Neuralink aveva dimostrato la capacità di giocare a un videogioco.

A novembre quattro legislatori hanno chiesto un’indagine sulla sicurezza della tecnologia di Neuralink dopo che si sono verificati problemi con gli impianti su scimmie, tra cui paralisi, convulsioni e gonfiore del cervello.

Neuralink è stata anche multata per violazioni delle norme del Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti relative alla movimentazione di materiali pericolosi. Le ispezioni hanno rivelato che l’azienda non si era registrata come trasportatore di materiali pericolosi e aveva imballato impropriamente rifiuti pericolosi, tra cui il liquido infiammabile Xilene, che può causare vari effetti nocivi sulla salute.

Chi è il candidato ideale di Neuralink

Su Neuralink ci sono alcune ombre, comprese le preoccupazioni sulla sicurezza e un’inchiesta in corso riguardo alla perdita di numerose cavie animali durante le fasi di sperimentazione. Nonostante le preoccupazioni etiche e i rischi, migliaia di persone si sono offerte come volontari per essere tra i primi a testare il rivoluzionario dispositivo di Neuralink.

Neuralink ha iniziato il reclutamento a settembre 2023, specificando la ricerca di individui con paralisi agli arti causata da lesioni spinali o affetti da Sla. L’azienda mira a creare una simbiosi tra l’uomo e la macchina, offrendo una potenziale soluzione per superare la paralisi. Tuttavia, la riuscita di tale esperimento rimane ancora da dimostrare, e molte incognite circondano questo ambizioso progetto.

Le sperimentazioni con le scimmie: rischi e complicazioni

La sperimentazione del microchip cerebrale non è una novità, e le fasi preliminari hanno coinvolto cavie animali. In particolare, l’azienda è finita sotto i riflettori per l’inchiesta riguardante la morte di 1.500 esemplari durante le fasi di test. Questi risultati sollevano dubbi sulla sicurezza del dispositivo, poiché anche gli impianti meno invasivi hanno generato in passato cambiamenti cognitivi significativi, rischi di tentato suicidio e stati dissociativi negativi.

Neuralink prosegue con la sperimentazione umana ma è cruciale mantenere un approccio cauto e ponderato. La connessione diretta tra il cervello umano e la tecnologia apre nuovi orizzonti, ma i rischi potenziali richiedono una valutazione accurata e una vigilanza costante da parte della comunità scientifica e della società nel suo complesso.

Lo scopo della ricerca di Elon Musk

Nonostante le controversie e le reazioni negative che hanno circondato il progetto Neuralink fin dall’inizio, Musk è determinato a portarlo avanti. Il magnate della tecnologia è alla ricerca di persone disposte a partecipare a uno studio che coinvolgerà un robot incaricato di impiantare un microchip direttamente nel loro cervello. Questo chip è progettato per consentire ai pensieri delle persone di controllare un cursore o una tastiera di computer, aprendo la porta a nuove possibilità per le persone con disabilità fisiche.

La decisione di Musk di cercare volontari per questo studio arriva dopo che un comitato di revisione indipendente ha approvato i test su persone affette da lesioni del midollo spinale cervicale o dalla sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Inoltre, persone con patologie come la paralisi potrebbero essere incluse nello studio. Secondo Musk, questa tecnologia potrebbe consentire a chiunque soffra di paralisi di utilizzare uno smartphone con la mente più rapidamente di chi usa le mani.

Il processo di reclutamento dei partecipanti allo studio è stato avviato, e si prevede che durerà circa sei anni. Durante lo studio, un robot altamente specializzato si occuperà dell’impianto del microchip direttamente nella regione cerebrale responsabile dell’intenzione di muoversi. Questo rappresenta un passo avanti significativo nel campo dell’interfaccia cervello-computer, con l’obiettivo finale di consentire ai partecipanti di controllare dispositivi informatici con il potere della loro mente.

Va notato che Neuralink ha ottenuto l’autorizzazione della FDA per condurre il suo primo studio clinico sull’uomo, sebbene il numero di partecipanti previsti non sia stato reso pubblico. Questa autorizzazione è stata concessa dopo un periodo di preoccupazioni legate agli esperimenti sugli animali effettuati dall’azienda.

La verità sulla fine delle scimmie usate negli esperimenti di Neuralink

Elon Musk ha fatto delle dichiarazioni sorprendenti riguardo agli esperimenti condotti da Neuralink sulle scimmie. Tuttavia, le informazioni recentemente emerse, ottenute grazie a un’indagine condotta da Wired e alle testimonianze di un ex dipendente, sollevano gravi preoccupazioni riguardo alla sicurezza degli impianti cerebrali sviluppati dall’azienda biotech.

Inizialmente, Musk aveva dichiarato su X che le scimmie coinvolte negli esperimenti erano “terminali” e “già vicine alla morte” al momento dell’installazione degli impianti cerebrali di Neuralink. Egli aveva sostenuto che nessuna di queste scimmie era deceduta a causa degli impianti stessi. Tuttavia, le nuove informazioni raccolte suggeriscono una versione dei fatti ben diversa da quella presentata dal carismatico imprenditore.

Secondo quanto riportato da Wired e da un ex dipendente dell’azienda, una dozzina di scimmie coinvolte negli esperimenti di Neuralink ha sofferto di gravi conseguenze dopo l’installazione degli impianti cerebrali. Queste conseguenze includono il gonfiore del cervello, la paralisi parziale e l’infezione nei punti in cui gli impianti erano stati inseriti. E, nei casi più gravi, le scimmie sarebbero impazzite a causa dei danni celebrali ricevuti, dovendo essere soppresse.

La testimonianza dell’ex dipendente è particolarmente rilevante, poiché smentisce categoricamente le affermazioni di Elon Musk riguardo alle condizioni delle scimmie coinvolte negli esperimenti. L’ex dipendente ha dichiarato a Wired: “Non è vero che le scimmie usate erano terminali. Erano tutte piuttosto giovani. È difficile immaginare che queste scimmie, che non erano adulte, fossero terminali per qualche motivo“. Questa testimonianza mette in discussione la versione ufficiale dell’azienda e solleva dubbi sulla condotta etica degli esperimenti condotti da Neuralink.

Le implicazioni di queste nuove informazioni sono rilevanti sia dal punto di vista della sicurezza degli impianti Neuralink sia dal punto di vista etico, specie ora che ne è stata annunciata la sperimentazione umana.

Le opinioni controverse sul progetto di Elon Musk

In particolare, Neuralink ha dimostrato i progressi del suo microchip cerebrale su scimmie, suscitando polemiche a causa delle infezioni che alcuni animali sembrano aver contratto a seguito dell’impianto degli elettrodi nel loro cervello. Inoltre, è stato riportato che circa 1.500 animali, tra cui pecore, maiali e scimmie, sono morti a seguito dei test Neuralink dal 2018, suscitando preoccupazioni e dibattiti etici.

Tuttavia, Elon Musk rimane determinato a spingere avanti questa tecnologia rivoluzionaria. Attraverso Neuralink, sta cercando di offrire nuove speranze e possibilità a persone affette da disabilità fisiche, aprendo la strada a un futuro in cui il potere della mente umana potrebbe essere utilizzato per controllare dispositivi tecnologici in modi mai prima immaginati. Il progetto di Elon Musk di testare il suo microchip cerebrale è un passo audace verso l’innovazione tecnologica e l’espansione delle frontiere dell’interfaccia cervello-computer.

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