Sembra strano da credere, ma l’inquinamento indoor è maggiore di quello outdoor: vale a dire che l’aria che ci troviamo a respirare a casa, in ufficio o in negozio risulta più sporca di quella fuori nonostante gli elevati livelli di smog presenti in molte città italiane.
Servono i purificatori d’aria da interni?
Oltre all’anidride carbonica prodotta dalla respirazione, la forfora, la saliva o i peli, in interni dobbiamo combattere anche con il fumo di sigaretta, quello delle candele, dell’incenso, i fumi di cottura (ecco perché è fondamentale in questi casi accendere la cappetta) o contro i cosiddetti COV, composti organici volatili. Quanto servono, in questo senso, i purificatori d’aria? La loro funzione è quella di depurare l’aria rendendola più pulita e respirabile.
Test sull’aria purificata
Il purificatore d’aria è reputato molto utile in presenza di allergie: “Chi soffre già di disturbi – riporta Altroconsumo – in particolare chi è allergico ai cosiddetti inalanti (pollini, acari della polvere, muffe e così via), con sintomi che peggiorano all’interno dell’abitazione, potrebbe trarre giovamento dall’uso di questo tipo di apparecchi, soprattutto nel periodo di fioritura delle piante e di presenza maggiore di pollini nell’aria”.
Arieggiare casa è fondamentale
“Non è stato dimostrato in alcun modo – si specifica ancora – che i depuratori siano in grado di migliorare la salute delle persone sane, né di prevenire le malattie respiratorie”. Il consiglio resta quello di arieggiare casa da un minimo di due a un massimo di tre volte al giorno per circa cinque minuti; inoltre anche alcune piante specifiche contribuiscono ad eliminare i COV (ecco le tipologie migliori da tenere in casa) e farci respirare meglio!