Scoperti esseri viventi immortali: non invecchiano e non muoiono

Ecco quali sono gli unici esseri viventi che non muoiono mai (anzi, uno di loro ringiovanisce!).

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Le profondità marine celano ancora molti segreti e, di recente, gli scienziati hanno fatto una scoperta sorprendente. Si tratta di piccole creature cilindriche che abitano i gusci dei granchi e possiedono la straordinaria capacità di rigenerarsi continuamente, senza subire alcun processo di invecchiamento. Gli esemplari di Hydractinia symbiolongicarpus sono immuni all’inevitabile passare del tempo e sembrano essere immortali. Questa scoperta ha affascinato i ricercatori, che ora stanno cercando di svelare il segreto di questa straordinaria longevità.

La scoperta scientifica sugli animali marini immortali

Gli esperti dell’Università di Galway in Irlanda hanno dedicato tempo allo studio di queste creature marine a forma di tubo, appartenenti alla classe degli idrozoi. I risultati delle loro ricerche sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Cell Reports. I ricercatori hanno osservato che queste creature sono in grado di far ricrescere la testa in soli 3 giorni dopo essere stata amputata, rendendole degli organismi di grande interesse per lo studio delle cellule staminali umane.

Gli cnidari, come gli idrozoi, sono noti per la loro straordinaria capacità rigenerativa. Questi animali possono rigenerare interi corpi a partire da frammenti di tessuto. Inoltre, sembrano essere immuni all’invecchiamento, poiché alcuni cnidari, come i coralli, possono vivere per migliaia di anni senza mostrare alcun segno di declino nella loro salute.

Secondo la ricercatrice Áine Varley, che ha guidato lo studio, si ritiene che queste caratteristiche eccezionali, non comuni negli animali, siano dovute alla presenza di una popolazione di cellule staminali adulte che agiscono come cellule embrionali, rinnovando costantemente tutti i tessuti.

Per svelare i meccanismi di rigenerazione di Hydractinia symbiolongicarpus, il team di ricerca ha trapiantato una singola cellula staminale da un donatore a un ricevente. Nel corso di diversi mesi, i ricercatori hanno notato che la progenie della cellula staminale trapiantata ha gradualmente sostituito le cellule del ricevente, fino a diventare geneticamente identica al primo.

L’importanza per l’uomo di questa scoperta scientifica

Questa scoperta ha importanti implicazioni per la comprensione dei meccanismi di rigenerazione anche negli esseri umani. Ancora non è del tutto chiaro come le cellule senescenti innescano il processo di rigenerazione, né quanto diffuso sia questo meccanismo nel regno animale, come sottolinea il ricercatore Andy Baxevanis, uno degli autori dello studio. Fortunatamente, lo studio di questi organismi straordinari potrebbe aiutare a svelare i segreti di tali processi.

Gli scienziati hanno evidenziato che l’utilizzo di queste creature straordinarie come modelli di studio potrebbe ampliare la nostra conoscenza dei meccanismi di invecchiamento e guarigione nell’uomo. Le cellule staminali adulte di Hydractinia sono simili alle cellule embrionali umane dal punto di vista funzionale, come conclude Uri Frank, professore di biochimica e co-autore della ricerca. La tecnologia sviluppata in questo progetto apre nuove prospettive sulla comprensione del funzionamento delle cellule staminali nel processo di rigenerazione dei tessuti.

La ricerca sui Tardigradi

La ricerca del famigerato elisir di lunga vita è stata una costante che ha accompagnato l’umanità nel corso della storia. Dalla filosofia all’alchimia, dall’astrologia alla medicina: non c’è disciplina che non abbia indagato tale materia al fine di trovare la formula che aiuti a vivere bene e a lungo. Se per noi esseri umani, di fatto, la prospettiva più rosea è quella di trascorrere una vita in salute per il maggior numero di anni, esistono alcuni esseri viventi che non si devono preoccupare neppure di invecchiare.

Ci sono, infatti, tre animali che non solo non muoiono mai ma non subiscono neppure il corso degli anni né devono avere a che fare con il processo di invecchiamento. Su queste specie, gli studi sono più intensi che mai per capirne meglio la natura e il segreto della loro immortalità. Di chi si tratta? I primi animali che rientrano in questo fortunato gruppetto sono i Tardigradi, invertebrati capaci di adattarsi anche alle condizioni ambientali più estreme. La sopravvivenza dei cosiddetti ‘orsi d’acqua’, addirittura, potrebbe superare la vita del Sole. Il loro asso nella manica per ora rimane un mistero nonostante l’impegno dei ricercatori.

Anche la specie primitiva dei Turritopsis Dohrnii gode del dono dell’immortalità ed è in grado in regredire – come spiega libero.it – ringiovanendo fino a raggiungere l’immaturità sessuale. Scoperte nel 1883, queste strane meduse nuotano nel Mediterraneo e riescono a ritrarre i tentacoli di cui sono dotate fino ad assumere lo stadio di polpo. Il tutto in una manciata di giorni.

Ultimo animale di questa tripletta è l’Hydra Vulgaris, minuscolo polipo d’acqua dolce che raggiunge una lunghezza massima di 30 mm. A stupire è la sua capacità di rinnovarsi completamente ogni tre settimane, ricostruendo l’organismo in ogni sua parte. Oltre a ciò, si riproduce a grande velocità e non ha necessità di cure quindi si adatta bene a ogni condizione.

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