Nel profondo e mutevole universo dei social, emerge periodicamente una nuova tendenza che, purtroppo, pur nata per essere qualcosa di divertente, non sempre porta con sé gioia e sorrisi. TikTok, la celebre piattaforma cinese di condivisione di video brevi, è da qualche giorno globale teatro di una pericolosa pratica nota come “chroming challenge“. Questa tendenza, che sta facendo incursione nella vita di giovani utenti, si è rivelata essere una vera e propria minaccia per la salute e la sicurezza dei partecipanti, portando a conseguenze fatali in alcuni casi. Andiamo a scoprire cosa si cela dietro questa inquietante moda e perché è vitale diffondere la consapevolezza su quanto sia pericolosa. La pratica del “chroming challenge” è infatti un fenomeno che va ben oltre la semplice curiosità o la ricerca di visibilità sui social. Si tratta piuttosto di un comportamento estremamente rischioso che coinvolge l’uso improprio di sostanze chimiche con conseguenze devastanti per la salute. Ma se TikTok continua a essere un’arena per la creatività e l’espressione personale, è importante riconoscere i pericoli nascosti dietro alcune tendenze virali.
- Chroming challenge: cos'è la tendenza di TikTok
- Le vittime della chroming challenge: Cosa è successo su TikTok
- Perché la chroming challenge è così pericolosa?
Chroming challenge: cos’è la tendenza di TikTok
L’espressione “chroming“, coniata originariamente in Australia, viene utilizzata per descrivere l’atto di inalare i vapori della vernice a base di cromo. Tuttavia, nel corso del tempo, il termine si è esteso per includere l’inalazione di una vasta gamma di sostanze chimiche, tra cui solventi, bombolette spray come quelle del deodorante, smalto per unghie, prodotti per la pulizia e persino benzina. Il fenomeno, oggi, non si limita alla vernice a base di cromo, ma si estende a una serie di sostanze tossiche facilmente accessibili.
Un esempio eclatante di questa pericolosa pratica è l’uso del protossido di azoto, noto anche come gas esilarante, che spesso viene venduto sotto forma di bombolette simili a quelle della panna montata e inalato attraverso i palloncini. Questa sostanza è stata collegata a numerosi casi di morte e rappresenta un pericolo evidente per chiunque ne faccia uso.
Inalare queste sostanze chimiche può provocare un effetto immediato, paragonabile a quello dell’alcol, caratterizzato da sensazioni di stordimento, rilassamento, sonnolenza, vertigini, eccitazione e, in alcuni casi, persino euforia e lievi allucinazioni. Tuttavia, le conseguenze a lungo termine possono essere devastanti per la salute mentale e fisica dei partecipanti.
Nonostante la terminologia e l’atto abbiano avuto una presenza notevole, apparendo per la prima volta su Urban Dictionary nel 2006, il “chroming” ha conosciuto una rinascita più recente grazie alle piattaforme social come TikTok. In questo mondo, i video che ritraggono giovani che inalano fumi tossici hanno guadagnato una certa popolarità, generando preoccupazioni per la sicurezza e il benessere dei giovani utenti.
Tuttavia, di fronte a questi pericoli per la sicurezza dei giovani, TikTok stessa ha adottato misure restrittive per contrastare la diffusione di tendenze dannose come il chroming. Il blocco della ricerca di contenuti correlati a queste pratiche pericolose è solo uno dei passi intrapresi per proteggere la salute e la sicurezza dei suoi utenti più giovani. Ma non sempre basta.
Le vittime della chroming challenge: Cosa è successo su TikTok
La tragica storia di Tommie-Lee Gracie Billington, un bambino di 11 anni proveniente dal Lancashire, ha scosso profondamente il pubblico quando è morto per un sospetto arresto cardiaco dopo aver partecipato a un pigiama party con i suoi amici, durante il quale hanno sperimentato la pericolosa pratica del “chroming“. Questo incidente, che ha portato alla perdita di una giovane vita, ha evidenziato in modo drammatico i pericoli nascosti dietro le tendenze virali sui social media, mettendo in luce l’urgenza di una maggiore consapevolezza e prevenzione.
Anche l’anno scorso, un’altra tragedia ha colpito profondamente l’opinione pubblica di tutto il mondo, questa volta dall’altra parte del mondo. Esra Haynes, residente a Melbourne, Australia, è morta in circostanze simili a quelle di Tommie-Lee dopo aver inalato del deodorante durante un pigiama party.
Entrambi i casi hanno scatenato una reazione a catena di avvertimenti e appelli da parte delle loro famiglie, che hanno cercato di sensibilizzare altri genitori sui rischi mortali connessi alla pratica del chroming. Questi tragici eventi hanno messo in luce l’importanza di educare i giovani sull’uso responsabile dei social e sulle conseguenze delle azioni influenzate da tendenze virali che possono mettere a repentaglio la loro vita e quella degli altri. La necessità di un dialogo aperto e informato tra genitori, educatori e giovani stessi diventa sempre più evidente di fronte a tali tragedie.
Perché la chroming challenge è così pericolosa?
La gravità della chroming challenge va ben oltre la fugace euforia che i suoi partecipanti cercano di ottenere. Sebbene lo sballo ottenuto dall’inalazione dei fumi possa durare solo pochi istanti, gli effetti sulla salute possono essere duraturi e devastanti. Esra Haynes, una delle giovani vittime di questa pratica, ha subito danni cerebrali irreparabili dopo aver inalato un deodorante spray, che alla fine le è costato la vita dopo giorni terribili trascorsi in ospedale a seguito di un arresto cardiaco.
Secondo il National Institute on Drug Abuse (NIDA) degli Stati Uniti, il chroming, o l’uso di inalanti in genere, rappresenta un pericolo grave per la vita. Queste sostanze possono provocare l’arresto del battito cardiaco e privare i consumatori dell’ossigeno vitale, perché inghiottire il gas equivale a mettersi un sacchetto sulla testa o sul viso e, di conseguenza, sostituisce l’ossigeno con altri gas nei polmoni.
Ma se tutto ciò non bastasse, i rischi del chroming non si limitano all’arresto cardiaco. L’inalazione di sostanze tossiche può causare convulsioni e danneggiare organi vitali come il cervello, il cuore, i reni e il fegato. Alcuni partecipanti alle challenge di questo tipo rischiano anche di soffocare a causa del vomito provocato dall’inalazione dei fumi, facendo crescere ulteriormente i pericoli associati a questa pratica.
L’uso continuato e a lungo termine di inalanti, inoltre, aumenta significativamente il rischio di danni permanenti al cervello e al sistema nervoso. Gli effetti possono compromettere gravemente le capacità cognitive, il movimento, la vista e l’udito, lasciando un’impronta permanente sulle capacità fisiche e mentali dei partecipanti, equiparabile persino a gravi forme di demenza. La gravità degli effetti a lungo termine sottolinea l’urgenza di contrastare questa tendenza e di educare il pubblico sui pericoli reali che comporta. Il rischio è davvero altissimo. Ne vale la pena?