Nato a Zocca il 7 febbraio 1952, Vasco Rossi compie oggi 72 anni. Ecco quali sono le 10 canzoni più controcorrente, che il rocker più famoso d’Italia ha portato sul palco.
1. Bollicine. Tratto dall’omonimo album del 1983, Bollicine – che ha trionfato al Festivalbar dello stesso anno – è una canzone contro il consumismo, in cui Il Blasco cita in modo esplicito il marchio Coca-Cola. Numerosi anche gli slogan tratti da diversi spot pubblicitari dell’epoca, da “Birra. E sai cosa bevi” (da uno spot con Renzo Arbore) a “Denim. Per l’uomo che non deve chiedere mai” (dallo storico slogan della Denim, azienda di dopobarba e cosmetici maschili).
2. Colpa d’Alfredo. Estratta dall’omonimo album del 1980, quando uscì fu censurata a causa della frase “è andata a casa con il ne**o, la tr**a”. In realtà, non si trattava di un epiteto razzista: per scriverla Vasco si ispirò ad un episodio autobiografico, e ad un suo amico – tale Santino – che, pur non essendo bello, rimorchiava le ragazze più carine (soffiandole anche a lui). Ne**o era il soprannome che gli aveva dato, per avergli rubato la “conquista”.
3. Fegato spappolato. Uscita nel 1979, descrive una festa di paese a Zocca, con tanto di sbronze. E parla anche di quel Floriano Fini suo amico e a lungo manager. È di lui che parla, quando canta: “’è alzato da poco, e non è ancora sveglio, ed è talmente scazzato che non riesce a parlare nemmeno”.
4. Vita spericolata. Contenuta nell’album del 1983, è una delle più famose canzoni di Vasco Rossi. Non capita al Festival di Sanremo (dove arrivò penultima), inizialmente doveva essere dedicata ad una certa Licia: “io voglio Licia, la voglio così com’è”, continuava a ripetersi il rocker. Ma non funzionava. Poi, in un pomeriggio di pioggia a Cagliari, pensando al tipo di vita che voleva, Vasco la compose, e nacque una sorta di ribellione contro la vita piatta e priva d’emozioni.
5. Albachiara. Estratta dall’album del 1979 “Non siamo mica gli americani!”, Vasco ha raccontato di averla composta mentre sua mamma cucinava, pensando ad una tredicenne che vedeva sempre a Zocca. A dare scandalo, in questo caso, fu l’atto di autoerotismo a cui allude: “Qualche volta fai pensieri strani | Con una mano, una mano, ti sfiori | Tu sola dentro la stanza | E tutto il mondo fuori”.
6. Rewind. Parte dell’omonimo album del 1999, è una canzone estremamente erotica nel suo testo. “Vorrei possederti | Sulla poltrona di casa mia” canta. E poi “Quante espressioni di godimento sul tuo volto”.
7. Ieri ho sgozzato mio figlio. È talmente forte, il titolo, che la casa discografica si rifiutò di riportarlo per intero sul disco, per il timore di denunce e censure. In realtà, si tratta di una denuncia sociale vera e propria: la famiglia è in serio pericolo, può non essere un “porto sicuro”. Con questo brano, Vasco Rossi testimonia tutta la sua incapacità di vivere il presente con serenità, la sua agitazione, il malessere che periodicamente si impadronisce di lui.
8. Gli spari sopra. Parte dell’omonimo album del 1993, è una canzone a tema sociale e politico. Vasco canta contro i potenti, che abusano della loro posizione per arricchirsi sulla pelle di interi popoli, e contro le missioni umanitarie portate avanti con le armi.
9. Io non so più cosa fare. Tra le più erotiche canzoni di Vasco Rossi, racconta un vero e proprio amplesso. Parla di una donna che gli si avvicina mentre dorme, che lo sfiora, che lo provoca. E canta: “Forse dovrei saltargli addosso | Come fossi un animale | e Dovrei essere molto virile”, e poi “Mi vuole proprio fare | Magari è femminista | e non vuole certo farsi violentare | Ma vuole gestire | Allora come devo fare | Dove la bacio, come la devo toccare”.
10. Sally. Contenuta nell’album “Nessun pericolo… per te” del 1996, il rocker l’ha scritta durante una vacanza in barca a Saint-Tropez, quando era circondato da bellissime donne. È la storia di una donna sola, che ha vissuto un abuso sessuale e che è diventata insensibile alla vita. “Pensavo a una donna di trenta, trentacinque anni, poi mi sono accorto che nel pezzo era finito tantissimo di me”, scriverà poi Vasco nella sua biografia.