Cosa ci fanno monete di epoca romana in un castello medioevale giapponese? E’ quanto stanno cercando di capire i ricercatori del Provveditorato agli studi di Uruma, incappati nella sorprendente scoperta durante gli scavi delle fortificazioni di Katsuren, nei pressi di Okinawa: finora, infatti, non si è mai saputo di contatti tra l’Impero romano e il Giappone.
“All’inizio pensavo fossero monete lasciate dai soldati americani nella seconda guerra mondiale – ha dichiarato l’archeologo Hiroki Miyagi – Però, dopo averle lavate ho capito che erano molto più vecchie: per me è stato davvero uno shock”.
Complessivamente sono state dieci le monete di bronzo e rame ritrovate durante gli scavi: all’analisi dei raggi X, le quattro più antiche più antiche sono risultate romane e risalenti ad un periodo tra il 300 e il 400 DC. Nello specifico, uno dei volti raffigurati sulle monete sembra essere quello di Costantino, imperatore dal 324 al 337 DC.
In attesa di ulteriori dati e di concludere gli scavi, l’ipotesi più accreditata per spiegare il ritrovamento è legata ai fitti scambi commerciali tra Occidente e Giappone sviluppatisi nel Medio Evo. Il castello di Katsuren, costruito tra il 1100 e il 1200 nella parte meridionale dell’isola di Okinawa, ebbe infatti il suo massimo splendore tra il XIV e il XV secolo, quando fu uno dei nodi principali degli scambi con la Cina e altri Paesi.
Non è quindi da escludere, ad esempio, che queste monete romane fossero in tasca a qualche mercante cinese che aveva avuto precedenti contatti con viaggiatori europei.
La questione è ancora meno chiara se si pensa che tra le altre monete rinvenute ce n’è anche una dell’Impero Ottomano coniata probabilmente intorno al 1687: in questo periodo, però, il Castello di Katsuren era già stato abbandonato dopo l’attacco subito nel 1458 ad opera di un esercito del Regno di Ryukyu. Chi l’ha portata, allora, nelle rovine del castello? Il mistero si infittisce…