Braccioli e salvagenti sono anti-annegamento? Se li usi così potresti mettere a rischio tuo figlio

Braccioli e ciambelle: sono davvero sicuri? Scopri perché possono essere rischiosi e come proteggere davvero i tuoi bambini.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Estate significa innanzitutto vacanze, spiaggia e bagni al mare… Poche parole che fanno la gioia soprattutto dei più piccoli, rispetto ai quali non dobbiamo mai dimenticarci che – prima di tutto – viene la sicurezza. Soprattutto in un ambiente come la spiaggia. Infatti, la convinzione che braccioli e salvagenti possano prevenire gli annegamenti nei bambini è piuttosto diffusa. Questa credenza, però, per quanto in certi casi sia effettivamente rispettata, in altri può risultare pericolosa. Il motivo è presto detto: nonostante siano strumenti galleggianti, la gran parte dei braccioli e dei salvagenti a ciambella presenti sul mercato non sono dispositivi di sicurezza anti-annegamento, ma dei semplici giocattoli. E, pertanto, garantiscono un livello di safety decisamente basso.

Qual è il rischio di braccioli e salvagenti a ciambella?

Andiamo con ordine e partiamo dal principio, ovvero dai braccioli. Utilizzati soprattutto per i bambini più piccoli, essi possono dare una falsa sensazione di sicurezza sia ai genitori che ai bambini. Nonostante siano strumenti in grado di aiutare il bambino a rimanere a galla, non sono infallibili.

I braccioli, infatti, possono facilmente sfilarsi o rompersi, mettendo il bambino in serio pericolo.

La stessa problematica si presenta con le ciambelle con mutandina: sebbene sembrino offrire un supporto sicuro, rappresentano in realtà un semplice giocattolo che può ribaltarsi pericolosamente.

Come far sì che i bambini più piccoli siano al sicuro al mare?

Tra l’altro, l’utilizzo di dispositivi come braccioli e ciambelle può interferire con il naturale rapporto del bambino con l’acqua, e quindi con il suo stesso apprendimento. I più piccoli, abituandosi a sentirsi sicuri solo con il supporto di braccioli o ciambelle, possono sviluppare una mappa mentale errata che li porta a credere che senza tali ausili non possano stare a galla.

Alla lunga, dunque, questo atteggiamento può influenzare negativamente la loro capacità di apprendere a nuotare autonomamente, creando una dipendenza psicologica e fisica dai dispositivi galleggianti.

Pertanto, è bene essere coscienti del fatto che la vera sicurezza per i bambini in acqua non è garantita dall’uso di braccioli o salvagenti, quanto piuttosto da una supervisione costante e attenta da parte degli adulti.

È di fondamentale importanza non lasciare mai i bambini soli in acqua, anche se sembrano essere a loro agio o se sono dotati di dispositivi galleggianti. L’unica vera prevenzione è stare sempre con loro, pronti a intervenire in caso di necessità.

Ma per far sì che i bambini siano il più possibile al sicuro in acqua, Invece di fare affidamento su dispositivi di galleggiamento, è altamente consigliato introdurre i bambini al nuoto fin da quando sono piccolissimi.

I corsi di baby nuoto possono essere un’ottima opportunità per insegnare ai bambini a muoversi e galleggiare in acqua in modo sicuro e autonomo. Essi, inoltre, offrono una serie di benefici che li rendono un’esperienza preziosa per lo sviluppo fisico, mentale ed emotivo del bambino. Sono infatti studiati al fine di offrire uno sviluppo coordinato del sistema muscolare e dello scheletro, oltre che per migliorare la coordinazione e la psicomotricità. Inoltre, imparare a nuotare e a padroneggiare l’ambiente acquatico aiuta a sviluppare l’autostima e la fiducia in sé stessi nei bambini.

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