Il rapporto tra il possesso di gatti e il rischio di sviluppare un disturbo mentale grave come la schizofrenia è stato oggetto di un recente studio condotto da un team di ricerca australiano. Pubblicato su Schizophrenia Bulletin, la ricerca ha rivelato una connessione significativa tra la presenza di questi felini nelle nostre case e un aumento del rischio di disturbi mentali, in particolare della schizofrenia. Ma si tratta davvero di un pericolo così grande? La schizofrenia è davvero determinata dalla presenza dei gatti? Non ci resta che andare a scoprirlo insieme.
- Possesso di gatti e schizofrenia: c’è il rischio di sviluppare gravi disturbi mentali?
- Perché sembra esistere un legame tra i gatti e la schizofrenia?
- Legame tra gatti, toxoplasmosi e schizofrenia: necessari ancora ulteriori studi
Possesso di gatti e schizofrenia: c’è il rischio di sviluppare gravi disturbi mentali?
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. La ricerca in questione ha coinvolto alcuni scienziati del Queensland Brain Institute dell’Università del Queensland, in collaborazione con il Centro del Queensland per la ricerca sulla salute mentale – una serie di istituti e istituzioni australiane. Attraverso una revisione sistematica e la meta-analisi di quasi duemila studi pubblicati fino alla metà del 2023, i ricercatori hanno individuato una correlazione tra il possesso di gatti prima dei 25 anni di età e un rischio significativamente più elevato di sviluppare la schizofrenia.
Perché sembra esistere un legame tra i gatti e la schizofrenia?
Ma qual è il legame tra i gatti e la schizofrenia? La risposta potrebbe risiedere nel parassita Toxoplasma gondii, presente nelle feci di questi animali e responsabile della toxoplasmosi. Secondo uno studio condotto dall’Università di Copenaghen nel 2019 sembra che la presenza in passato di una infezione da Toxoplasma gondii aumenti le probabilità di sviluppare la schizofrenia del 50%.
La prevalenza di gatti portatori del parassita varia notevolmente da Paese a Paese ma negli Stati Uniti, ad esempio, la percentuale è significativamente alta. Ad ogni modo, sembrano essere diverse le ricerche che hanno riscontrato che le persone con schizofrenia hanno maggiori probabilità di avere anticorpi contro Toxoplasma gondii nel sangue, rispetto a chi non ha la malattia.
I risultati dello studio australiano hanno confermato che il rischio di schizofrenia è circa doppio per coloro che hanno avuto gatti in casa prima dei 25 anni. Tuttavia, è importante sottolineare che uno studio di associazione non implica necessariamente un rapporto di causa-effetto. Saranno necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno la natura di questa correlazione e i suoi meccanismi sottostanti.
Legame tra gatti, toxoplasmosi e schizofrenia: necessari ancora ulteriori studi
Il team di studiosi che ha partecipato a questo studio ha infatti evidenziato che i risultati forniscono supporto all’ipotesi che vivere in presenza di gatti in casa possa essere associata a un aumento del rischio di disturbi mentali correlati alla schizofrenia. Tuttavia, non sono emerse correlazioni significative con le esperienze psicotiche.
È però importante sottolineare che non necessariamente l’avere un gatto in casa comporta lo sviluppo di un disturbo mentale o della schizofrenia, né che coloro che contraggono un’infezione da Toxoplasma gondii necessariamente la svilupperanno. Non ci sono prove per affermare con assoluta certezza che la toxoplasmosi causi la schizofrenia e, ad ogni modo, dovremmo già proteggerci dal batterio con la normale prevenzione, soprattutto se nelle nostre case ci sono soggetti anziani, immunodepressi, neonati, bambini piccoli o donne incinte.