Le sigle DOP e DOC sono frequentemente utilizzate nel settore enogastronomico, ma non sempre è chiaro cosa rappresentino esattamente e quali siano le loro differenze. Queste certificazioni di qualità sono fondamentali per garantire l’autenticità e la tradizione dei prodotti alimentari e vinicoli, ma spesso generano confusione tra i consumatori. In questo articolo, esploreremo in dettaglio cosa significano DOP (Denominazione di Origine Protetta) e DOC (Denominazione di Origine Controllata), analizzando i criteri di assegnazione, le caratteristiche distintive e l’importanza di queste denominazioni per valorizzare le eccellenze locali e tutelare i produttori.
Le differenze tra DOP e DOC
Qual è dunque la differenza tra il doc e il DOP? Entrambi questi marchi testimoniano prodotti alimentari di alta qualità, rispettando le caratteristiche e i metodi di lavorazione tipici di un determinato territorio. La certificazione DOC è però ben distinta rispetto a quella DOP, sebbene i due termini siano spesso confusi e vengano sovente usati indifferentemente.
Le diversità tra DOC e DOP riguardano tanto la provenienza di questi marchi quanto quella dei prodotti che essi vanno a tutelare. Ancora differente è poi la certificazione IGP, anch’essa attribuita a cibi e bevande di qualità.
La prima differenza tra il marchio DOC e quello DOP riguarda l’origine degli stessi. La certificazione doc, che indica un prodotto in cui è testimoniata l’origine controllata, è tipica del territorio italiano, mentre quella DOP, ossia denominazione di origine protetta, è legata all’Europa. Un secondo grande motivo distintivo dei marchi di qualità è legata ai prodotti che certificano. Il DOC è infatti utilizzato esclusivamente nel settore vinicolo, il DOP invece è attribuito a tutti i prodotti alimentari a esclusione proprio del vino e di altri alcolici.
Le differenze maggiori riguardano dunque sia il prodotto tutelato sia il paese che attribuisce i marchi DOC e DOP, ma su una cosa ambedue le certificazioni tutelano: l’assoluta centralità del territorio di provenienza. Perché un alimento o una bevanda possano ricevere tanto il DOC quanto il DOP è necessario che essi siano stati realizzati in una specifica zona del paese. I vini DOC necessitano per esempio di un rigido utilizzo di uva proveniente dai vigneti locali, così come i prodotti DOP dipendono interamente dal territorio.
La differenza tra DOP, DOC e IGP
Salumi, carni, oli, formaggi e tutte le altre specialità che ricevono il marchio DOP devono necessariamente possedere caratteristiche di qualità legate al loro luogo di produzione. Tutte le fasi di produzione, che vanno dalla lavorazione fino alla trasformazione, devono avvenire sulla stessa area, pena la non assegnazione della denominazione DOP.
Questo elemento non è presente ad esempio nei prodotti IGP, titolo anch’esso di origine europea, in cui non è necessario che tutte le fasi produttive avvengano all’interno del medesimo territorio. Come per il DOP anche l’IGP riguarda tutti i prodotti alimentari o agricoli.
In sintesi, la certificazione DOP garantisce un legame stretto e inscindibile con il territorio d’origine, assicurando che ogni fase della produzione avvenga in un’area specifica. La DOC, invece, si concentra maggiormente sui metodi di produzione e sui requisiti qualitativi, permettendo una certa flessibilità geografica ma mantenendo standard elevati. Conoscere queste distinzioni aiuta i consumatori a fare scelte consapevoli e a sostenere i produttori locali, valorizzando tradizioni e sapori unici.