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Come e quando potrebbe eruttare il Vesuvio: rischi di un'eruzione dopo il terremoto?

L'unica arma contro i rischi di un'eruzione vulcanica è la prevenzione

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

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Il Vesuvio, uno dei vulcani più famosi e pericolosi del mondo, torna sotto i riflettori dopo le scosse di terremoto che hanno scosso la regione circostante. Gli eventi sismici hanno riacceso le preoccupazioni riguardo a una possibile eruzione vulcanica, un rischio costante per le comunità che vivono nelle sue vicinanze.

Ma quali sono le reali probabilità che il Vesuvio erutti? Quali segnali dovrebbero essere monitorati e quali misure sono in atto per proteggere la popolazione? In questo articolo, esploreremo i potenziali scenari di eruzione, analizzando i dati scientifici e le strategie di prevenzione per comprendere meglio i pericoli che potrebbero derivare da un risveglio del gigante napoletano.

L’ultima eruzione del Vesuvio

Ci manca solo che erutti il Vesuvio. Non bastano la pandemia che sembra non voler avere fine, e il terremoto persino in Lombardia: al quadretto di sciagure manca giusto l’eruzione del vulcano campano. Sperando che ciò non avvenga in tempi brevi è comunque giusto porsi qualche domanda circa il futuro del Vesuvio.

Stiamo parlando di uno dei vulcani più conosciuti d’Italia, e la sua ultima eruzione, avvenuta nel marzo 1944, causò la morte di decine di persone e costrinse oltre 10.000 cittadini ad evacuare i Paesi di S. Sebastiano, Massa e Cercola, come riporta il sito Geopop.it. Da allora il vulcano è in uno stato di quiescenza, in attesa di eruttare ancora.

I piani di evacuazione e gli scenari futuri

L’unica arma che abbiamo per difenderci dal rischio vulcanico è la prevenzione, ovvero strutturare dei piani di evacuazione efficaci. Per far ciò è necessario cominciare a lavorare a monte, focalizzandosi su due elementi fondamentali: la conoscenza dei fenomeni naturali e la corretta informazione. Per questo sono molto importanti sia il ruolo della ricerca scientifica, sia quello della Protezione Civile che, con i propri piani di evacuazione studia e definisce le soluzioni per tentare di garantire la sicurezza.

Anche se la vulcanologia ha fatto enormi passi in avanti nella comprensione delle dinamiche eruttive, è difficile dire quando si verificherà la prossima eruzione. Un’idea invece si può avere riguardo al come potrebbe essere una futura eruzione, grazie allo studio di quelle avvenute in passato.

Si parla di stime e di modelli che hanno il compito di sintetizzare un fenomeno naturale complesso. Le previsione del “come avverrà” non potranno mai essere precisissime, ma forniscono degli scenari che potrebbero avvicinarsi alla realtà. Gli studi che sono stati fatti fino ad ora ne ipotizzano tre possibili. Dalla più probabile alla meno probabile abbiamo l’eruzione stromboliana di grado VEI=3, la meno violenta ma la più probabile; l’eruzione sub-pliniana di grado VEI=4 e l’eruzione pliniana, molto violenta, di grado VEI=5.

In conclusione, il Vesuvio rappresenta una minaccia costante che richiede attenzione e preparazione continua. Sebbene le recenti scosse abbiano sollevato timori di una possibile eruzione, è essenziale basarsi su dati scientifici e monitoraggi costanti per valutare accuratamente i rischi.

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