Christian Greco, 49 anni, è il direttore del Museo Egizio di Torino dal 2014. Alla guida del Museo, ha promosso la realizzazione di numerose mostre temporanee e itineranti, l’organizzazione di convegni e workshop e progetti di inclusione sociale e ha sviluppato collaborazioni con musei, università e istituti di ricerca, in ambito sia nazionale che internazionale. In un’intervista al ‘Corriere della Sera’ di qualche tempo fa ha voluto raccontare la sua incredibile storia fuori dal comune, che lo ha portato a dirigere il secondo museo egizio nel mondo, dopo quello del Cairo.
Una passione per l’Egitto
Egittologo, nato ad Arzignano (Vicenza), prima di arrivare a Torino è stato docente nei corsi di Egyptian e Archaelogy of Nubia and Sudan presso l’Università di Leiden, il migliore centro di egittologia dei Paesi Bassi. Nella stessa città è stato curatore di una delle collezioni egizie più importanti d’Europa, quella del Museo delle Antichità.
Impegnato sin da giovanissimo
“Ma io sono stato l’unico che durante l’Erasmus non si è divertito”, ha raccontato al Corriere. A 21 anni si è chiuso in camera a studiare l’olandese, riuscendo così in breve tempo a iniziare la sua prima stagione di scavi con l’impegno di pubblicare tutti i materiali metallici raccolti poco distante da Aleppo.
Anche le pulizie nei bagni pubblici
Nel frattempo ha fatto di tutto: le pulizie nei bagni pubblici della stazione e il guardiano di notte in hotel. “Con turno di notte nel fine settimana. Tornavo a casa alle 7 del mattino, facevo la doccia, e andavo di corsa in aula. Ho imparato la dignità del lavoro, qualunque esso sia. Ho imparato che è importante chi sei, non cosa fai. Io sarò sempre un egittologo, anche se dovessi tornare a servire birra in un bar, e non certo perché oggi ho un ruolo”.