L’Italia ha una tradizione gastronomica amata e invidiata in tutto il mondo, con prodotti d’eccellenza che sono il vanto del nostro territorio. Tuttavia, essere fedeli alla storia non significa rimanere fermi né tantomeno rifiutare o chiudere gli occhi davanti all’innovazione. A maggior ragione se consideriamo la prospettiva che vede la Terra sempre più popolosa con un potenziale rischio di carenze alimentari. L’adozione a tavola di certi cibi, infatti, non risponde solo alle tendenze del momento ma a una vera e propria necessità.
Farina di grillo: c’è l’autorizzazione UE
C’è poco, dunque, da storcere il naso di fronte all’ultima decisione dell’Unione Europea che ha approvato l’utilizzo della farina di grillo. Anche se non siamo pronti a questo tipo di alimenti, insetti e farine ricavate da essi diventeranno sempre più comuni nei nostri piatti. E l’autorizzazione UE non fa che renderne più veloce l’immissione e, conseguentemente, la diffusione sul mercato comunitario.
Gli organi europei competenti in materia di Sicurezza Alimentare, che già avevano autorizzato l’uso in cucina delle locuste, hanno ora dato il via libera anche all’uso alimentare della farina ricavata dai grilli. Potremo, così, trovare in vendita il grillo domestico (il nome scientifico è Acheta domesticus) sotto forma di polvere parzialmente sgrassata. L’Unione Europea si è anche espressa in merito agli alimenti per i quali tale farina potrà essere impiegata.
Farina di grillo: dove si trova
Si tratta di cibi e preparati anche molto comuni, di quelli che ogni giorno portiamo a tavola o che conserviamo nella dispensa. A partire da pane, panini, cracker e grissini. Ma la farina di grillo potrà essere usata anche nella produzione di snack come barrette, biscotti e miscele per altri prodotti da forno. Allo stesso modo, questa farina potrà essere contenuta nella pizza, nelle salse, nelle minestre in polvere, nelle bevande come la birra, nei preparai a base di patate e nei dolci a base di cioccolato. Insomma, sarà difficile sfuggirle.