Il calcio italiano piange in questi giorni la scomparsa di una delle sue icone più amate e rappresentative: Gigi Riva, l’ex attaccante della Nazionale e del Cagliari, che è deceduto per un malore all’età di 79 anni. Una carriera ricca di successi, un talento innato e una personalità affascinante hanno reso Gigi Riva un’icona immortale per gli appassionati di calcio, in particolare per i tifosi sardi.
Il soprannome inconfondibile, “Rombo di Tuono” faceva riferimento alla sua potente e caratteristica conclusione a rete. La sua abilità nel segnare gol spettacolari, unita alla forza del suo tiro, gli è valso questo appellativo, che è diventato un simbolo della sua leggendaria carriera calcistica con il Cagliari e la Nazionale italiana.
L’ultima intervista di Gigi Riva e le parole sulla morte
L’ultima intervista di Gigi Riva, rilasciata al Corriere della Sera solo qualche mese fa, il 28 giugno 2023, rivela un uomo che ha vissuto intensamente la sua vita e la sua carriera. Il campione, con un tocco di malinconia, aveva riflettuto anche sulla morte e sulla fugacità della vita.
Il pensiero di Gigi Riva era emerso chiaramente nel suo commento riguardo alle scomparsa dei colleghi, Pelè e Maradona. La consapevolezza che un giorno la morte sarebbe arrivata, soprattutto quando si è raggiunta un’età avanzata, si riflette nelle sue parole: “Eh, non so se sarà lontanissimo… La loro morte mi ha fatto effetto. Alla mia età prima di dormire sei un po’ teso al pensiero: non è che la morte sia una grande cosa”.
Gigi Riva e la sua carriera
Il suo legame con la Sardegna è stato palpabile fin dalle prime parole: “Io sono sardo perché sono di poche parole, spesso e volentieri ho il muso, mi preoccupo per i problemi di questa terra bellissima e reagisco a modo mio”.
Il momento culminante della sua carriera è senza dubbio lo scudetto conquistato nel 1970 con il Cagliari. Un ricordo che brillava nella memoria di Gigi Riva come il momento più bello: “Beh, lo scudetto. Avevamo festeggiato con tutta la squadra. Gli scapoli vivevano insieme in una foresteria e i tifosi venivano anche di notte a tenerci svegli”. E alla domanda sulla sua maglia preferita, il campione aveva risposto senza esitazioni: “Ne ho di tutti colori, ma per me la maglia più bella resta quella bianca, pulita, senza sponsor, dello scudetto”.
La decisione di non accettare l’offerta milionaria della Juventus dimostrò la sua fedeltà al Cagliari e il suo attaccamento alla Sardegna. Una scelta che, nonostante l’insistenza del presidente, rimaneva ferma: “Non sono testone: io ero una persona chiusa, avevo avuto un’infanzia tragica, i miei genitori erano mancati presto. Poi sono venuto a Cagliari e abbiamo costruito una gran bella cosa: lo scudetto era il sogno di ogni squadra”.
La leggenda di Gigi Riva continuerà a vivere nei cuori dei tifosi del Cagliari e di tutti gli amanti del calcio italiano. Un’icona che ha incarnato l’anima della Sardegna, un talento indimenticabile che ha segnato un’epoca nel calcio italiano.