Prima di Walter White e Don Draper, sul piccolo schermo regnava incontrastato un unico re: Tony Soprano.
Era il 10 gennaio 1999, e la HBO trasmetteva la prima puntata di una serie che avrebbe rivoluzionato per sempre il mondo della televisione: “I Soprano“. Prodotto e ideato da David Chase, lo show raccontava le vicende di una famiglia italoamericana del New Jersey piuttosto particolare: il capofamiglia, Tony, un uomo apparentemente tranquillo e rispettabile, è in verità un potente boss mafioso. Padre amorevole, gangster della malavita e figlio profondamente tormentato, Mr. Soprano, interpretato dal compianto James Gandolfini, è il perno attorno a cui ruotano le storie di una galleria di improbabili personaggi dalla dubbia morale.
C’è la moglie Carmela, casalinga senza ambizioni che accetta a fatica i continui tradimenti del marito, Meadow, la primogenita figlia modello, e il secondogenito ribelle Anthony Jr. Su di loro si staglia la figura di Livia, madre di Tony, donna prepotente e tutt’altro che amorevole, responsabile in gran parte dei continui attacchi di panico che turbano suo figlio e lo portano a farsi seguire da una psicologa. In secondo piano c’è poi “l’altra famiglia”, quella costituita dagli uomini di Tony impegnati con lui in una lotta senza esclusione di colpi per il controllo del quartiere.
Se dopo 20 anni ci si ritrova ancora a parlare de “I Soprano”, è perché questa serie ha il merito di aver portato i grandi temi del cinema sul piccolo schermo. E non parliamo solo dell’omaggio dichiarato ai film di Martin Scorsese, in primis “Quei bravi ragazzi”. Per la prima volta al centro della vicenda c’è un infatti un personaggio controverso e negativo, Tony, preda delle sue debolezze e fragilità. Non c’è un confine tra buoni e cattivi e il linguaggio si fa meno semplice, introducendo anche elementi legati alla psicologia, alla filosofia e alla mitologia classica. Anche la narrazione non è lineare, ma frastagliata da continui flashback e plot-twist. Le tematiche, invece, non si limitano alla semplice esplorazione delle dinamiche della malavita, ma includono adulterio, omosessualità e infermità mentale, profanando luoghi comuni e tabù televisivi.
Un coraggio encomiabile, che ha reso “I Soprano” una delle serie tv più premiate di sempre, con ben 21 Emmy Awards conquistati su 111 nomination. Il numero, però, potrebbe ancora crescere: nonostante lo show sia terminato nel 2007 con la sesta stagione, i produttori ne hanno annunciato un film prequel “The many Saints of Newark”. Tony Soprano, ad ogni modo, non ci sarà. E ai fan, colmare la sua assenza, sembra un’impresa impossibile.