Il film “La Febbre del Sabato Sera” compie 40 anni e, nonostante sia passato molto tempo, il mito di Tony Manero continua ad appassionare il mondo intero. Era il dicembre nel 1977 quando la pellicola intitolata “Saturday Night Fever” uscì al cinema. Da quel momento Hollywood e il mondo della musica non sarebbe stato più lo stesso.
Il film rese John Travolta una star planetaria e riportò alla fama i Bee Gees, gruppo che in tanti consideravano ormai finito. In soli 11 giorni dopo la sua uscita “La Febbre del Sabato Sera” incassò oltre 11 milioni di dollari, arrivando alla fine alla cifra record di 240 milioni.
La storia raccontava la voglia di riscatto ed evasione della workin class italo-americana, rappresentata da Tony Manero, un ragazzo difficile e burbero, che si trasformava in una farfalla quando era sulla pista da ballo.
Il capolavoro, prodotto da Robert Stigwood, nacque da un’idea di Nick Cohn, critico rock inglese che nel 1976 pubblicò sul “New York Magazine” un articolo intitolato “Tribal Rites of the new Saturday Night”. Il pezzo raccontava le serate di alcuni italo-americani di Bay Ridge, che lavoravano nel corso della settimana attendendo solo di trascorrere il sabato sera nella discoteca 2001 Odissey.
Per la parte del protagonista venne scelto John Travolta, reduce dal successo di “Welcome back, Kotter”, film in cui interpretava un italo-americano di nome Vinni in una scuola di Brooklyn. Per realizzare la colonna sonora, il produttore Stigwood chiamò i Bee Gees. All’epoca il gruppo era finito nel dimenticatoio, relegato agli anni Sessanta. I tre fratelli si misero al lavoro e realizzarono “Stayin Alive”, “Night Fever”, “More than a woman”, “How deep is your love” e “You should be dancing”. Da allora il successo de “La Febbre del Sabato Sera” non si è mai fermato e ancora oggi, a 40 anni di distanza, sono tanti i fan che ammirano il film e ricordano con nostalgia i balli scatenati di Tony Manero sulla pista.