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Il mistero della fioritura del bambù nero dopo 120 anni: cosa aspettarsi

ri perché la rara fioritura del bambù nero in Giappone suscita preoccupazioni

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Stefania Cicirello

Stefania Cicirello

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La natura, con la sua diversità di piante e animali, è spesso fonte di meraviglia e scoperta. Alcuni eventi naturali, tuttavia, possono suscitare preoccupazione invece che gioia. È il caso della fioritura del bambù nero, una specie di Phyllostachys nigra var. henonis, che si verifica approssimativamente una volta ogni 120 anni. In Giappone, questo fenomeno eccezionale sta attirando l’attenzione degli esperti e dei cittadini per una ragione preoccupante.

Perché la fioritura del bambù nero preoccupa

Il bambù nero, originario della Cina ma diffuso anche in Giappone, è noto per la sua fioritura molto rara. L’ultima grande fioritura risale al lontano 1908, con alcune sporadiche nei dintorni tra il 1903 e il 1912. Ora, dopo più di un secolo, c’è la previsione che questa specie potrebbe fiorire nuovamente, stimata intorno al 2028.

Tuttavia, contrariamente a quanto potremmo pensare, questa fioritura non è vista come una buona notizia. Uno studio condotto dalla Hiroshima University in Giappone ha gettato nuova luce su questa situazione, esaminando attentamente una fioritura locale di Phyllostachys nigra var. henonis per ben tre anni.

Perché dovremmo preoccuparci della fioritura di questa pianta? La risposta è legata a una caratteristica particolare del bambù nero: il suo ciclo di vita monocarpico. Questo significa che la pianta fiorisce una volta, si riproduce e muore subito dopo. Le conseguenze di questo ciclo sono profonde.

Poiché vaste aree del Giappone sono attualmente coperte da popolamenti di questa specie, il declino post-fioritura di questi popolamenti e i successivi cambiamenti drastici nella copertura del suolo possono portare a seri problemi sociali ed ambientali, come affermano i ricercatori.

Cosa aspettarsi dalla fioritura del bambù nero dopo 120 anni

Il problema principale è che non sappiamo come questa specie si rigenererà dopo la fioritura. Prima del 2028, l’ultima fioritura del bambù nero risale all’inizio del Novecento, e mancano dati e documentazione scientifica sufficienti per comprendere il processo di rigenerazione. Gli esperti hanno cercato di colmare questa lacuna nelle loro ricerche, ma le incognite rimangono.

Purtroppo, i risultati finora non sono promettenti né per la specie né per l’ecosistema circostante. Il processo di rigenerazione sarà lungo e potrebbe portare a cambiamenti significativi nella vegetazione e nella copertura del suolo. Il bambù nero non produce semi vitali in grado di germogliare dopo la fioritura, e questo potrebbe portare alla formazione di vaste praterie che cambieranno l’ecologia dell’area, riducendo la disponibilità di bambù come risorsa. Gli impatti ambientali di un cambiamento così rapido nell’ecosistema si estendono anche agli insetti e agli animali che dipendono dal bambù come fonte di cibo o rifugio, e potrebbero compromettere il potenziale di erosione del suolo.

La fioritura del bambù nero in Giappone dopo 120 anni non è quindi una notizia positiva. Anche se potrebbe sembrare un evento affascinante, le implicazioni per l’ecosistema e la società sono motivo di preoccupazione.

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