Nel cuore di Roma, tra stradine e vicoli che sanno ancora di storia e mistero, esiste un luogo poco conosciuto perfino dai romani e che custodisce una leggenda affascinante: quella della Madonna “miracolosa” che apre e chiude gli occhi. Si tratta di un’immagine che per secoli ha attirato fedeli, curiosi e pellegrini da ogni angolo del mondo, desiderosi di assistere a questo prodigioso fenomeno. Non si tratta solo di fede o tradizione, ma di un intreccio affascinante tra arte, storia e devozione popolare.
- Dalla Cappella Orsini alla leggenda della Madonna "miracolosa"
- La “fuga” del dipinto e il suo nuovo rifugio a San Carlo ai Catinari
Dalla Cappella Orsini alla leggenda della Madonna “miracolosa”
Oggi, chi è alla ricerca della Madonna “miracolosa” che apre e chiude gli occhi può trovarla in una cornice altrettanto suggestiva: la chiesa di San Carlo ai Catinari, dove la Madonna della Cappella Orsini è stata trasferita dopo eventi gli drammatici che segnarono il destino del suo luogo d’origine.
La storia di questa icona sacra inizia nella Cappella Orsini, un luogo che, nei secoli passati, era tra i più frequentati dalle nobildonne romane e dagli ospiti illustri della famiglia Orsini, come la celebre Lucrezia Borgia. Originariamente, la cappella faceva parte di un complesso più ampio, che includeva un antico teatro romano trasformato poi in edifici civili e religiosi. Nel XVI secolo, poi la chiesa fu rinnovata e divenne parrocchiale, diventando celebre in particolare per la presenza del dipinto della Madonna del Latte.
Di questa immagine si diceva che avesse poteri miracolosi: era infatti credenza diffusa che la Vergine raffigurata aprisse e chiudesse gli occhi autonomamente, un prodigio che attirava folle di fedeli e, in particolare, numerose madri in cerca di protezione e benedizioni per i loro figli. Questo alone di mistero trasformò la cappella in uno dei luoghi di culto più ricercati del tempo, tanto da essere scelto anche come sede dell’Accademia dei Cuochi e Pasticceri, fondata nel Seicento dal celebre cuoco papale Bartolomeo Scappi.
La “fuga” del dipinto e il suo nuovo rifugio a San Carlo ai Catinari
Il destino della cappella, però, negli anni prese anche una piega drammatica. Un efferato fatto di sangue avvenuto all’interno dell’edificio causò la sconsacrazione della chiesa, privandola della sua funzione sacra e lasciandola abbandonata per anni. La miracolosa immagine della Madonna non poteva però restare in un luogo segnato da tale tragedia. Per proteggerla e continuare a permettere ai fedeli di venerarla, il dipinto venne trasferito nella vicina chiesa di San Carlo ai Catinari, dove si trova ancora oggi.
Attualmente, la Cappella Orsini, svuotata della sua funzione religiosa, è rinata come centro culturale: ospita il Centro Studi Cappella Orsini, sede di eventi artistici, esposizioni e incontri di antropologia e ricerca sociale.
Ma il legame con il passato resta vivo grazie alle storie e alle memorie che ancora abitano queste mura. Visitare la chiesa di San Carlo ai Catinari non solo vuol dire ammirare un capolavoro artistico, ma anche entrare in contatto con un pezzo di Roma meno battuto dal turismo di massa, dove leggenda e storia si intrecciano ancora oggi, mantenendo viva la magia della Madonna che apre e chiude gli occhi.