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Modello 730, il nuovo riquadro che devi compilare per avere un rimborso immediato

730/2025: arriva il nuovo Quadro T per dichiarare plusvalenze finanziarie e guadagni da criptovalute

Pubblicato:

Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Con l’arrivo del modello 730/2025, l’Agenzia delle Entrate introduce una grande novità che semplifica la vita a tanti contribuenti: nasce infatti il Quadro T, una nuova sezione pensata per dichiarare le plusvalenze di natura finanziaria, comprese quelle legate a investimenti digitali e criptovalute.

Una svolta importante, perché fino all’anno scorso chi guadagnava da azioni, obbligazioni, fondi, ETF, o dalle cripto, era costretto a usare il modello Redditi Persone Fisiche (PF) – uno strumento complesso e pensato più per chi ha partita IVA o redditi articolati. Ora, invece, anche chi non ha partita IVA può inserire questi dati direttamente nel 730, risparmiando tempo, costi e confusione.

Cosa si può dichiarare nel Quadro T

Nel Quadro T trovano spazio tutti quei redditi che derivano da strumenti finanziari o attività speculative, come:

  • Azioni, obbligazioni, ETF e partecipazioni societarie, anche se si tratta di quote minime;

  • Partecipazioni qualificate, cioè quelle che danno un certo “peso” all’interno di una società;

  • Cripto-attività, come la vendita, lo scambio o la conversione di criptovalute (es. Bitcoin, Ethereum, ecc.), ma solo se i guadagni superano i 2.000 euro annui;

  • Strumenti finanziari complessi come futures, opzioni o CFD;

  • Rivalutazioni, cioè la rideterminazione del valore d’acquisto di una partecipazione (utile per aggiornare il prezzo pagato rispetto a quello attuale).

Insomma, se nel 2024 hai fatto operazioni finanziarie, hai venduto cripto con un guadagno significativo o vuoi compensare perdite degli anni precedenti, ora puoi farlo più facilmente.

Come funziona il Quadro T: le 8 sezioni

Il Quadro T è diviso in otto sezioni, ognuna con una funzione ben precisa. Vediamole in breve, così da capire dove finiscono i vari tipi di reddito:

  1. Sezione I – Riguarda plusvalenze realizzate tra gennaio 2012 e giugno 2014, tassate al 20%;

  2. Sezione II – Per i guadagni dal 1° luglio 2014 in poi, con l’attuale tassazione al 26%;

  3. Sezione III – Dedicata alla vendita di partecipazioni qualificate (cioè quote importanti in una società);

  4. Sezione IV – Riguarda partecipazioni in paesi a fiscalità privilegiata o in fondi immobiliari esteri;

  5. Sezione V – Qui si inseriscono i guadagni derivanti da cripto-attività, ma solo se si supera la soglia di esenzione (2.000 euro);

  6. Sezione VII – Serve per indicare eventuali minusvalenze non compensate nell’anno (utili per abbattere le tasse in futuro);

  7. Sezione VIII – Riepiloga gli importi a credito, ad esempio imposte pagate in più in anni precedenti;

  8. Sezione IX – Per chi ha scelto di rivalutare il valore d’acquisto di una partecipazione (utile a fini fiscali).

Chi deve compilare il Quadro T?

Il Quadro T si rivolge a una fetta sempre più ampia di cittadini: non solo agli esperti di finanza, ma anche a chi fa trading online, a chi ha comprato e venduto criptovalute, o a chi ha semplicemente deciso di sistemare la propria posizione fiscale relativa a investimenti passati.

In particolare, lo devono compilare:

  • I contribuenti senza partita IVA che hanno ottenuto plusvalenze finanziarie nel 2024;

  • Chi ha guadagnato dalla vendita di cripto-attività oltre i 2.000 euro;

  • Chi ha effettuato una rivalutazione delle proprie criptovalute al 1° gennaio 2023;

  • Chi ha minusvalenze pregresse da compensare o vuole recuperare imposte versate in eccesso negli anni precedenti.

Perché è una novità importante

L’introduzione del Quadro T semplifica enormemente le cose per i piccoli investitori e per chi ha cominciato a muoversi nel mondo delle criptovalute. Prima, era necessario usare il più complicato modello Redditi, magari affidandosi a un commercialista. Oggi, invece, tutto questo si può fare direttamente nel 730, risparmiando tempo e riducendo gli errori.

Inoltre, questo passaggio rappresenta anche una spinta alla trasparenza: rendere più facile la dichiarazione di guadagni da strumenti digitali significa favorire l’emersione e la regolarizzazione spontanea, soprattutto in un settore come quello delle cripto, in continua evoluzione e ancora poco normato fino a pochi anni fa.

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