L’avanzare dell’età porta con sè la percezione del tempo che passa e scorre via più veloce. Questa sensazione non viene mai sperimentata dai bambini e dagli adolescenti per i quali, invece, ogni nuova esperienza sembra non arrivare mai se non con estrema lentezza. Ma il tempo passa più lento anche per coloro che sono affetti dalla sindrome di Peter Pan, per i quali le lancette dell’orologio sembrano addirittura fermarsi. Cosa hanno in comune bambini ed eterni adolescenti da far in modo che la loro percezione del tempo sia diversa da quella di una persona adulta?
Una ricerca spiega cosa succede
La risposta al quesito arriva da una ricerca della psicologa e giornalista Claudia Hammond. Lo studio si è basato sull’analisi di un questionario contenente domande sulla percezione del tempo e compilato da 500 partecipanti di diverse età.
L’analisi delle risposte ha fatto emergere dati interessanti: da un lato si è visto che le persone di tutte le età percepiscono il tempo che scorre lento su intervalli temporali brevi (ore, giorni); dall’altro, è stato dimostrato che per intervalli temporali molto lunghi (circa 10 anni) solo i soggetti di almeno 40 anni di età percepiscono il tempo che passa veloce.
Le ragioni “nascoste” nell’ippocampo
La dottoressa Hammond ha ricavato da questi risultati una spiegazione neurobiologica. La sensazione del tempo che scorre veloce è legata al funzionamento dell’ippocampo, la regione de cervello in cui vengono memorizzati gli avvenimenti.
L’ippocampo registra tutte quelle che possono essere definite nuove esperienze, mentre tralascia gli eventi vissuti più volte e quindi familiari. È facile intuire, quindi, che per le persone di una certa età il tempo passa più veloce perché si vive nelle routine ed è meno probabile fare nuove esperienze.
Cosa c’entra Peter Pan
I bambini e gli adolescenti hanno maggiori possibilità di imbattersi in molte prime volte. Basti pensare al primo giorno di asilo, la prima gita, il primo bacio e così via. Inoltre, come recita il proverbio: “il tempo vola quando ci si diverte”, anche la qualità del momento passato influisce sulla percezione temporale.
Coloro che sono affetti dalla sindrome di Peter Pan sono un po’ come i bambini, amano divertirsi e sperimentare e per loro il tempo non scorre veloce. Tralasciando la parte patologica degli eterni adolescenti, dovremmo tutti prendere esempio e intraprendere attività nuove per evitare la sensazione che con l’età il tempo passa più veloce.