Perché si dice beota per indicare uno stupido? Il termine indica sia uno stupido, sia un inguaribile ottimista, costantemente con il sorriso sulle labbra nonostante il precipitare degli eventi (il classico sorriso beota). Il termine “beota” dovrebbe indicare in realtà gli abitanti della Beozia, una regione storica della Grecia antica, che secondo gli altri greci evidentemente non brillavano particolarmente per intelletto. In realtà nei tempi antichi la Beozia, ed in particolare la città di Tebe, fu grande protagonista della storia greca, e non solo patria degli stolti.
Le origini del termine “beota”
Nel IV secolo a.C. Tebe dominò tutta la Grecia grazie alla sua potenza militare. Dopo la sconfitta nella Guerra del Peloponneso e il conseguente declino di Atene, Tebe riuscì infatti ad imporsi anche sulla rivale Sparta. I tebani però pretesero troppo dal loro esercito, e mentre i confini del dominio tebano si espandevano si facevano anche sempre più fragili. La guerra contro Sparta fu vittoriosa, ma vide Tebe uscire stremata dal conflitto. Attorno al 350 a.C. il dominio di Tebe sulle altre città stato greche stava già per concludersi e un’altra potenza si stava affacciando sullo scacchiere greco: la Macedonia. Dopo pochi anni al trono di Macedonia sarebbe salito Alessandro, poi detto Magno, che avrebbe portato il piccolo stato greco alla conquista di tutto il mondo conosciuto.
Col significato di stupido il termine era quindi già utilizzato in Grecia antica, presso gli ateniesi, che evidentemente avevano scarso rispetto dell’intelligenza dei vicini. Probabilmente si tratta dell’ennesima faida locale, come ce ne sono tutt’ora anche in Italia, fra regioni confinanti. La Beozia era infatti una zona prevalentemente agricola, e ai colti e raffinati cittadini ateniesi i suoi abitanti dovevano apparire come dei rozzi villani. Ecco perchè, ancora oggi, si dice beota per indicare uno stupido o un sempliciotto.
L’influenza di Atene come patria e culla della cultura occidentale ha fatto il resto, visto che la parola è poi passata al latino (boeotus) praticamente inalterata e con entrambi i significati ancora vivi. Il termine beota in italiano fu invece utilizzato con il suo significato originario, cioè di cittadino della Beozia, fino all’800. Gabriele D’Annunzio fu tra i primi ad utilizzarlo in senso dispregiativo, forse recuperando l’idea dalla lingua greca.