Esistono innumerevoli modi di dire ed espressioni che affondano le radici in antichi significati linguistici o in processi osmotici tra diverse aree semantiche o addirittura prevedono collegamenti poco noti con la mitologia greco-romana. Insomma una sfilza gigantesca di possibili cause che spesso entrano anche in contatto l’una con l’altra a rendere ancor più complesso il procedimento che permette di risalire al punto iniziale in cui tale modo di dire si è davvero originato. Tra queste espressioni siamo soliti inserire anche quella secondo cui una cosa o una situazione “è una chimera“: proviamo a percorrere al contrario il processo di sedimentazione linguistica portando alla luce il perché dell’uso quotidiano.
Le origini mitologiche e che cosa significa
Quando una cosa è una chimera si vuole spesso intendere che è un’illusione, una fantasia, un sogno bellissimo ma privo di legame con la realtà e quindi anche di concretezza e di possibilità che si realizzi per davvero. Significa quindi in maniera figurata perdere tempo in assurde fantasticherie, con risvolti di sovente pericolosi.
La Chimera nella mitologia orientale è un mostro fantastico; assorbito successivamente anche dalla mitologia greca, secondo la quale era costituito da una testa di leone, una di serpente e una di capra, le quali potevano emettere delle fiamme. Questa è la raffigurazione più comune ma ve ne sono molte altre in parallelo. Il mostro in questione si trovava in Licia, dove venne sconfitto da Bellerofonte, un eroe greco, ed è arrivato a simboleggiare infine delle illusioni, delle ambizioni pericolose e strane, delle fantasie troppo spinte rispetto alla realtà delle cose.
Simbologia nuova su di un’immagine vecchia
Il carattere assolutamente irreale del mostro, che appare sin da subito da ricondurre alla fantasia, ha fatto sì che la chimera sia diventata simbolo di qualcosa di inverosimile, illusorio, vano e irraggiungibile. Insomma una stratificazione di significati che proviene direttamente da un’immagine di origine antichissima e ancora testimoniata da molte opere figurative, monumentali (basti pensare al bronzo etrusco di Arezzo, custodito odiernamente nel museo archeologico di Firenze) e letterarie e che probabilmente rispecchia un tentativo di riprodurre in un certo tempo le forze della natura. Ecco quindi spiegato il perché una chimera rappresenta un’utopia: un modo apparentemente diretto e sicuramente ben motivato per esprimere un concetto oscuro e fondato su basi precarie.