Spuntano alcune nuove teorie cospirazionali sui geroglifici degli antichi egizi, considerati la prova dell’esistenza del viaggio nel tempo in base ad un’osservazione (nemmeno troppo approfondita) degli oggetti da essi raffigurati.
- Geroglifici antichi di 3mila anni
- Ufo al tempo degli egiziani
- Illusione degli Ufo: che cos'è la pareidolia?
Geroglifici antichi di 3mila anni
In particolare, nel tempio funerario del faraone Seti I ad Abydos, in Egitto, alcuni geroglifici risalenti a più di 3mila anni fa hanno catturato subito l’attenzione dei curiosi. E molti di loro hanno cominciato a fantasticare su quei segni incisi indelebilmente sui muri di quel luogo funebre, che avrebbero forme che ricordano quelle di veicoli decisamente futuristici per l’epoca: un elicottero, un sottomarino e un dirigibile… Peccato che il primo prototipo di elicottero fu costruito in Cina nel V secolo avanti Cristo, il primo sottomarino tra 1600 e 1700 e il primo dirigibile nel 1852.
Ufo al tempo degli egiziani
Ad ogni modo, secondo numerosi internauti, i geroglifici mostrati in quelle immagini fornirebbero la prova del fatto che gli antichi egizi abbiano visto degli oggetti volanti non identificati, almeno per loro. Oggetti provenienti dal futuro. Ma essendo volanti e non identificati, cos’altro sono se non degli UFO?
Insomma, una cosa tira l’altra e in breve si torna a parlare del fatto che siano gli alieni i veri costruttori delle piramidi (e così di Stonehenge e dei Moai dell’Isola di Pasqua). Quindi, viaggio nel tempo ed extraterrestri in un colpo solo.
Illusione degli Ufo: che cos’è la pareidolia?
La verità storica, in realtà, è tutt’altra: quei simboli corrisponderebbero al nome di un qualche faraone del passato e non rappresenterebbero affatto degli oggetti volanti provenienti da altre epoche.
Nello specifico, il fenomeno di cui sono stati vittima coloro che hanno creduto alla storia che rappresentassero degli elicotteri o degli UFO, si chiama pareidolia, ovvero l’illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili (naturali o artificiali) dalla forma casuale. Si tratta di una tendenza istintiva e automatica del cervello per dare un nome e una connotazione a immagini disordinate.