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Quanto è costata la banana che Cattelan ha appeso al muro: la reazione del fruttivendolo che gliel'ha venduta

La banana da 25 centesimi che ha fatto storia: da un chiosco di Manhattan a Sotheby’s per 6 milioni di dollari

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

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Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Chi avrebbe mai immaginato che una semplice banana, venduta per pochi centesimi al chioschetto di un fruttivendolo dell’Upper East Side, potesse diventare un’opera d’arte valutata milioni di dollari? È questa la straordinaria vicenda di Shah Alam, un 74enne originario del Bangladesh, che mai avrebbe immaginato che uno dei suoi frutti sarebbe stato al centro del clamore internazionale. La banana in questione è stata infatti utilizzata per realizzare Comedian, la controversa opera concettuale dell’artista italiano Maurizio Cattelan, venduta all’asta per la cifra stratosferica di 6,2 milioni di dollari.

Una banana, un’opera d’arte, un simbolo

Comedian, presentata per la prima volta nel 2019 alla fiera Art Basel di Miami, è un’opera composta da una banana attaccata al muro con del nastro adesivo. Apparentemente semplice, questa creazione porta con sé una riflessione profonda sul consumismo e sulla società contemporanea, dove ogni cosa, anche la più banale, può acquisire un valore economico se inserita in un contesto specifico. Nicolas Ballario, critico e giornalista d’arte, ha spiegato che la forza dell’opera non risiede nella banana stessa, ma nella storia che racconta. “Non è una banana appesa al muro, è una storia. Ha attaccato al muro un pezzo della sua vita”, ha dichiarato a Fanpage.it.

La provocazione di Cattelan non si limita alla forma dell’opera. Essendo realizzata con un frutto vero, la banana deve essere periodicamente sostituita quando marcisce. Per questo, chi acquista Comedian riceve un manuale di istruzioni per la manutenzione, a dimostrazione che anche l’effimero può diventare eterno, purché curato e preservato.

Shah Alam: la storia dietro la banana

Per Shah Alam, la vendita della sua banana a Sotheby’s è stata un evento surreale. Originario di Dhaka, in Bangladesh, si è trasferito negli Stati Uniti nel 2007 per stare più vicino a una delle sue figlie. Vive in un piccolo appartamento condiviso nel Bronx e lavora come fruttivendolo all’Upper East Side, facendo turni di 12 ore al giorno, quattro giorni a settimana, in qualsiasi condizione meteorologica. Con un reddito modesto, Alam non ha mai avuto modo di visitare un museo o una casa d’aste, e ironia della sorte, fatica persino a vedere bene a causa di un grave problema alla vista che richiede un intervento di cataratta.

Quando ha saputo che una delle sue banane era stata venduta per milioni di dollari, l’uomo è rimasto incredulo. “Sono un uomo povero. Non ho mai visto questo tipo di denaro”, ha confessato in un’intervista al New York Times. La sua reazione, carica di sorpresa e amarezza, ha toccato profondamente sia l’artista Maurizio Cattelan che Justin Sun, l’imprenditore cinese del settore delle criptovalute che ha acquistato l’opera. “La reazione del venditore di banane mi tocca profondamente, sottolineando come l’arte possa risuonare in modi inaspettati e profondi”, ha commentato Cattelan. Sun, da parte sua, ha definito la storia di Alam un “toccante promemoria” della complessità dell’arte contemporanea.

Una riflessione tra arte e realtà

Nonostante l’attenzione mediatica, per Shah Alam la vita non è cambiata. Continua a vendere banane al suo chiosco per 25 centesimi l’una, affrontando le difficoltà quotidiane di sempre. La sua storia, tuttavia, solleva domande profonde sul valore dell’arte e sulle disuguaglianze sociali. Come può un oggetto così comune, venduto per pochi centesimi, trasformarsi in un’opera da milioni di dollari? E che cosa significa per l’uomo che l’ha fornito?

L’opera di Cattelan, provocatoria e controversa, sembra incarnare perfettamente questa contraddizione. Rappresenta un dialogo tra la banalità della vita quotidiana e il mondo elitario dell’arte, dove anche una banana può raccontare una storia potente. Tuttavia, come ha osservato lo stesso Alam, rimane un’incongruenza difficile da digerire: “Quelli che l’hanno comprata, che tipo di persone sono? Non sanno cos’è una banana?”.

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