È finalmente arrivato il weekend, siamo pronti per uscire e goderci una serata tra amici (rigorosamente chiusi in casa, visti i tempi che corrono) ma ci siamo dimenticati di caricare lo smartphone e ci accorgiamo poco prima di salire in macchina che la batteria è scarica.
Poco male, pensiamo, lo ricaricheremo in auto attaccandolo alla porta USB. Errore. Evitiamo di fare questa mossa perché il processo di ricarica in auto non è così vantaggioso come si potrebbe pensare.
La porta usb dell’auto: non è il modo ideale
Se siamo in possesso di un’automobile con un ingresso USB è assai probabile che questa porta non riesca a garantire abbastanza energia per caricare il nostro amato smartphone. Potrebbe quindi accadere che il telefono si spenga perché tenta di assorbire più energia di quella fornita dalla porta USB.
La carica in auto, inoltre, è ben più lenta rispetto a quella nella presa elettrica di casa. Questo danneggia non solo la batteria del telefonino ma anche il caricabatterie stesso.
Un danno per la batteria dell’auto
Come se non bastasse, però, ricaricare la batteria dello smartphone non solo danneggerà quest’ultimo, ma anche la batteria dell’auto. La ricarica in auto infatti, soprattutto con i sistemi Quick Charge per la carica rapida del telefono, sottraggono potenza utile all’elettronica della vettura e addirittura possono farla spegnere.
Va detto anche che dimenticare lo smartphone in carica con il veicolo spento può provocare il blocco della batteria. Insomma c’è il rischio concreto di restare a piedi. Questo pericolo non si verifica con le auto più recenti o con batterie nuove, ma chi possiede una vettura più datata può avere oggettive difficoltà ad avviare l’automobile dopo aver ricaricato lo smartphone.
A questo punto appare evidente che è meglio pensarci due volte prima di decidere di caricare lo smartphone nella propria automobile: o ci ricordiamo di metterlo in carica prima di uscire, oppure è più opportuno aspettare di arrivare a casa degli amici e ‘scroccare’ la loro presa di corrente.