Non tutti sanno che il Bioparco di Roma ha tra i suoi ospiti Thomas e Kibo, due esemplari di rinoceronte bianco. Questi magnifici animali, il cui colore viene spesso frainteso a causa di un errore di traduzione, rappresentano una delle specie più a rischio d’estinzione al mondo. Lo sapevate che ce ne sono due nel cuore della capitale?
- Thomas e Kibo: i rinoceronti bianchi del Bioparco di Roma
- Il rinoceronte bianco: cosa c’è da sapere su questi meravigliosi animali
Thomas e Kibo: i rinoceronti bianchi del Bioparco di Roma
Thomas e Kibo sono due esemplari di rinoceronte bianco di circa tre anni, si trovano al Bioparco di Roma e provengono da giardini zoologici del nord Europa affiliati all’EAZA (Associazione Europea Zoo e Acquari).
Al Bioparco di Roma possono godere di una nuova area di oltre 2.600 metri quadrati, nella quale è stata ricreata in tutto e per tutto un’ambientazione che richiama la savana africana, con tanto di piante originarie del Sudafrica. Quello nella capitale è un ritorno significativo, considerando che i rinoceronti erano assenti dallo spazio di Villa Borghese da venti anni.
L’arrivo di questi rinoceronti a Roma non è fine a se stesso ma fa parte del programma di conservazione internazionale EEP (EAZA Ex Situ Program), il cui obiettivo è evitare l’estinzione di questi animali, considerati veri e propri fossili viventi. Mantenendo una popolazione protetta in cattività, infatti, si spera di ripopolare un giorno le riserve naturali in Africa.
Il Bioparco di Roma contribuisce inoltre al progetto dell’associazione internazionale Save the Rhino, impegnata nella salvaguardia dei rinoceronti in natura. Inoltre, il Bioparco organizza anche una serie di attività educative e di sensibilizzazione dedicate a questi grossi mammiferi.
Il rinoceronte bianco: cosa c’è da sapere su questi meravigliosi animali
Ammirare Thomas e Kibo non è solo un’opportunità unica per poter ammirare da vicino questi affascinanti animali, ma è anche un’occasione per riflettere sulle sfide che affrontano e sull’importanza della conservazione. Visitare il Bioparco e partecipare alle attività di sensibilizzazione può contribuire a realizzare un futuro in cui i rinoceronti bianchi possano esistere ancora.
Ma lo sapete perché si chiamano così? Originariamente chiamati “wijd” dai coloni olandesi in riferimento al loro ampio labbro, il termine fu erroneamente tradotto in “white” (bianco) dagli inglesi. Da qui arriva questo nome curioso, sebbene questi rinoceronti tutto sono fuorché bianchi.
La situazione critica di questi animali è emblematica nel suo essere in grado di rappresentare appieno un più ampio vuoto di prospettiva, intelligenza e rispetto nei confronti della natura. La crudeltà dei bracconieri, spinta da una domanda insensata e globale, ha portato il commercio illegale di specie protette ad essere il quarto mercato clandestino più redditizio, subito dopo droga, armi e traffico di esseri umani. Con un giro d’affari di 23 miliardi di dollari l’anno, il destino di questi animali è in tutto e per tutto appeso a un filo.
Fra le cinque specie di rinoceronti ancora esistenti, il rinoceronte bianco è infatti tra le più colpite dai bracconieri. I dati dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) sono allarmanti: dai 60 rinoceronti (neri e bianchi) uccisi nel 2006, si è passati a 1.124 animali massacrati nel 2017, di cui mille erano rinoceronti bianchi.