Un articolo pubblicato recentemente ha esplorato le prove storiche e archeologiche che potrebbero confermare l’esistenza di Gesù di Nazareth, un personaggio centrale nella storia religiosa e culturale. Sebbene non ci siano prove fisiche conclusive, esperti affermano che numerosi indizi rendono credibile il racconto biblico. Ecco le sette prove più significative presentate.
1. Fonti scritte non cristiane
La testimonianza più solida è rappresentata dai resoconti scritti di autori non cristiani, come lo storico romano Tacito e lo storico ebreo Flavio Giuseppe. Tacito, noto per il suo disprezzo verso i cristiani, menzionò Cristo e la sua esecuzione sotto Ponzio Pilato. Flavio Giuseppe, invece, scrisse del “fratello di Gesù, chiamato Messia, di nome Giacomo”. Questi resoconti confermano che Gesù era una figura reale e riconosciuta nella storia del I secolo.
2. Il Graffito di Alexamenos
Un’ulteriore prova è un graffito scoperto sul Palatino a Roma, datato tra il I e il III secolo. L’incisione raffigura un uomo che adora un crocifisso con testa d’asino, accompagnato dalla scritta “Alexamenos adora il suo dio”. Sebbene derisoria, questa immagine dimostra che la crocifissione di Gesù era un fatto noto e preso in giro. Per gli studiosi, il “criterio dell’imbarazzo” rafforza la credibilità di questo evento storico.
3. Il calcagno crocifisso di Jehohanan
Nel 1986, il ritrovamento di un ossario a Gerusalemme contenente i resti di un uomo crocifisso, con un chiodo ancora conficcato nel calcagno, ha dimostrato che la pratica della crocifissione e la successiva sepoltura erano possibili. Questo rinvenimento supporta il racconto evangelico secondo cui Gesù ricevette una sepoltura nonostante fosse stato giustiziato come un criminale.
4. La Sindone di Torino
Tra le reliquie più celebri associate a Gesù, la Sindone di Torino presenta l’impronta di un uomo flagellato e crocifisso. Tuttavia, la datazione al radiocarbonio colloca la stoffa al Medioevo, facendo emergere dubbi sulla sua autenticità. Nonostante le controversie, alcuni studiosi continuano a considerarla una prova potenzialmente significativa.
5. La Chiesa degli Apostoli
Nel 2017, gli scavi a El Araj, in Israele, hanno portato alla luce una basilica bizantina che potrebbe essere stata costruita sopra il villaggio di Betsaida, casa degli apostoli Pietro, Andrea e Filippo. Gli archeologi credono che questa sia la “Chiesa degli Apostoli”, citata nelle cronache bizantine. Sebbene non provi direttamente l’esistenza di Gesù, rafforza il contesto storico descritto nei Vangeli.
6. Il mosaico “Gesù è Dio”
Un mosaico del III secolo, scoperto in Israele, porta la scritta in greco: “Il dio-amante Akeptous ha offerto questa tavola a Dio Gesù Cristo come memoriale”. Si tratta della prima menzione della divinità di Cristo, dimostrando che i primi cristiani attribuivano a Gesù uno status divino già nel 230 d.C.
7. L’Ossario di Giacomo
Un ossario recante l’iscrizione in aramaico “Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù” ha suscitato grande interesse. Sebbene il proprietario dell’artefatto sia stato assolto dall’accusa di falsificazione, molti studiosi restano scettici sull’autenticità dell’iscrizione a causa delle circostanze poco chiare del suo ritrovamento.
Conclusioni
Nonostante le controversie, il quadro complessivo delle prove storiche e archeologiche suggerisce che Gesù sia stato una figura reale. Come sottolinea il professor Lawrence Mykytiuk: “Abbiamo molte ragioni per accettare l’esistenza storica di Gesù di Nazareth”. Tuttavia, il dibattito continua, alimentato da nuove scoperte e dalla crescente curiosità verso una figura che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’umanità.