Sai perché San Valentino è il protettore degli innamorati?

Il 14 febbraio è la festa degli innamorati, ma perché spetta proprio a San Valentino proteggere l’amore e le coppie che si vogliono bene?

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Alzi la mano chi almeno una volta non ha festeggiato San Valentino con il partner di turno… Una cena fuori, un mazzo di fiori o una confezione di cioccolatini sono in genere i classici regali che gli innamorati si scambiano il 14 febbraio (se ti ha mollato, invece, puoi scambiare la foto del tuo ex con un hamburger gratis!), ma sapete perché è proprio Valentino colui che protegge l’amore?

Una ricorrenza millenaria dal profano al sacro

San Valentino si festeggia sin dal lontanissimo 496 d.C.: la festa degli innamorati nasce in epoca romana quando papa Gelasio I volle porre fine alla scelleratezza dei lupercalia, antichissimi riti pagani dedicati al dio della fertilità che ricorrevano il 15 febbraio.

Queste feste perverse prevedevano che le matrone romane si offrissero alle frustrate di giovani che adoravano il selvatico Fauno Luperco e anche le donne in dolce attesa si immolavano allo stesso rito convinte che giovasse al figlio che portavano in grembo.

Un santo protettore degli innamorati

Il pontefice volle cristianizzare la licenziosa ricorrenza spostando i festeggiamenti al giorno prima, il 14 febbraio, data in cui ricorre la morte di San Valentino da Terni, martire che proteggeva gli innamorati guidandoli verso il matrimonio e la procreazione.

Leggenda vuole che il religioso, divenuto vescovo di Terni a soli 21 anni, fu il primo a sancire l’unione tra una ragazza cristiana e un legionario pagano perché la giovane era malata. Serapia e Sabino morirono insieme proprio mentre lui benediceva il loro amore. Con quel gesto anche Valentino trovò la morte: era il 14 febbraio 274 d.C.

La fama con Chaucer

È però grazie all’autore dei Racconti di Canterbury, Geoffrey Chaucer, che San Valentino viene consacrato come protettore degli innamorati per come lo conosciamo noi.

Lo scrittore, infatti, per celebrare le nozze tra Riccardo II e Anna di Boemia, dedicò loro un poema di 700 versi in cui avvicinava Cupido alla figura di San Valentino: il ruolo ultraterreno del santo trovò così espressione nell’amor cortese “modernizzando” la ricorrenza.

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