Di recente a Bacoli, in provincia di Napoli, in alcuni stabilimenti balneari sono state effettuate perquisizioni nelle borse dei bagnanti che avevano prenotato lettino e ombrellone al fine di indagare se avessero portato acqua e cibo da casa e in quel caso ne hanno vietato l’ingresso, forti di un articolo errato sul sito del Sindacato Italiano Balneari.
Gli avvenimenti hanno scosso l’opinione pubblica e costretto le associazioni a favore dei consumatori ad intervenire e far chiarezza su quanto espone la legge a riguardo. Chi va al mare in uno stabilimento balneare, deve per forza comprare cibo in loco? Secondo i gestori di alcune strutture di Bacoli è assolutamente vietato per gli avventori rifocillarsi autonomamente ma rifornirsi presso il bar del lido privato (a proposito, ma è vero che dobbiamo aspettare 3 ore prima di fare il bagno dopo pranzo? La verità).
In realtà le cose non stanno affatto così e la legge è vicina ai consumatori, così come ha prontamente ricordato il sindaco di Bacoli su Facebook sottolineando che chi gestisce uno stabilimento è il concessionario di un bene demaniale (appartenente cioè allo Stato e quindi ai cittadini) su cui non può legiferare in modo personale.
È anche intervenuto Massimiliano Dona, presidente dell’Unità nazionale dei Consumatori, che ha fatto sapere che il cittadino ha piena e totale facoltà di introdurre cibo e bevande all’interno dello stabilimento. Il dovere di ogni consumatore è tuttavia quello di mantenere il decoro della spiaggia, dunque di gettare i rifiuti nelle modalità previste dalla legge e non raccogliere sabbia, ciottolini, conchiglie e sassolini per salvaguardare l’ecosistema.
Vietato anche allestire un barbecue in spiaggia o una tavolata apparecchiata di tutto punto: “Non si può fare un picnic con tavola imbandita o un barbecue – ha detto ancora l’avvocato – come se fossimo nel nostro giardino, ma certo non possono impedire di portare un panino, una bibita o un gelato”.