Steve Jobs, la regola dei 10 minuti rende più intelligenti: cosa bisogna fare

Senti di essere bloccato su un problema? Prova il metodo di Steve Jobs: 10 minuti di pausa per far ripartire il cervello.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Steve Jobs lo ricordiamo tutti come il geniale fondatore di Apple, ma in molti sapranno che non era solo un visionario tecnologico, ma anche che era in grado di avere alcune intuizioni profonde sul funzionamento del cervello umano. Una delle sue pratiche più note era quella di fare lunghe passeggiate, anche (e soprattutto) quando si trovava davanti a problemi complessi. C’era chi lo prendeva per pazzo ma, oggi, la scienza dà ragione a lui: prendere una pausa di soli 10 minuti può essere d’aiuto per stimolare l’intelligenza e migliorare le capacità cognitive. Andiamo a scoprire come funziona la regola dei 10 minuti e perché dovremmo adottarla anche noi.

Il segreto di Steve Jobs: perché 10 minuti possono fare la differenza

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Immagina di essere al lavoro: sei bloccato su un problema da tempo. Hai già speso ore davanti al computer, sforzandoti di trovare una soluzione, ma niente sembra funzionare. Anzi, sembra esserci una qualche congiunzione astrale volta ad impedirti di portare a termine quel tuo determinato compito. Praticamente: nulla sembra andare per il verso giusto. Una situazione comune, senza alcun dubbio. A chi non è mai capitato?

Come comportarsi, dunque? L’approccio giusto sembra essere uno e uno solo. E se, invece di insistere, ti alzassi e te ne andassi a fare una breve passeggiata?

Questa era la strategia di Steve Jobs, e non era solo per una questione di amore per l’aria fresca. Il celebre visionario aveva infatti intuito che camminare, anche per soli 10 minuti, permetteva al cervello di attivarsi in modo diverso, favorendo nuove connessioni e idee.

La scienza conferma l’intuizione di Steve Jobs: la regola dei 10 minuti

Oggi la neuroscienza conferma quello che Jobs aveva percepito intuitivamente: il movimento fisico, come una breve camminata, può migliorare le funzioni cognitive del nostro cervello.

Sono diversi gli studi che hanno dimostrato che, quando camminiamo, il cervello riceve più ossigeno, il che migliora la capacità di risolvere problemi e la creatività.

Insomma, rimanere seduti a lungo davanti allo schermo di un computer cercando di forzare una soluzione non porta mai a nulla di buono. Al contrario, basterebbe una semplice passeggiata a fare miracoli.

Quali sono i benefici della ‘regola dei 10 minuti’?

Applicare la ‘regola dei 10 minuti’ è molto semplice: ogni volta che ti trovi bloccato o senti che la tua creatività è esaurita, prenditi 10 minuti di pausa. Non è necessario fare qualcosa di complesso: basta una passeggiata leggera, qualche esercizio di respirazione, o può bastare anche il gesto di cambiare stanza per qualche minuto.

L’importante è dare alla mente una pausa volta a permetterle di staccarsi temporaneamente dal problema.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il cervello non funziona certo come funzionano i muscoli. Se, durante un lavoro fisico, più sforzo produce più risultati, nel lavoro mentale accade l’opposto. Insistere eccessivamente su un problema spesso porta solo a un aumento della frustrazione e a una perenne fase di stallo. Al contrario, rilassare la mente aiuta a creare le condizioni ideali per trovare soluzioni creative.

Perché camminare stimola l’intelligenza?

La ricerca ha dimostrato che camminare mette in moto il corpo e attiva anche parti del cervello legate alla memoria e alla creatività. Quando ci muoviamo, il nostro cervello non si concentra più solo su un problema specifico, ma si apre a nuove connessioni, facilitando l’arrivo di intuizioni che altrimenti rischiano di rimanere sommerse per sempre.

Ecco perché, le grandi idee nascono spesso camminando.

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