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Dimentichi spesso il cellulare? Sei intelligente #lodicelascienza

Secondo una ricerca canadese, chi dimentica i dettagli prende decisioni migliori di chi ricorda proprio tutto: ecco perchè

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Dimenticare le cose non è il segnale di una mente poco brillante, anzi: secondo una ricerca dell’Università di Toronto, chi si dimentica i dettagli è più intelligente di chi ricorda tutto. Strano? Può sembrare a primo impatto, ma seguendo lo studio condotto da Blake Richards e Paul Frankland, ricercatori canadesi, tutto risulta molto logico.

Ecco cosa dice la scienza

Innanzitutto lo studio ha confermato che il nostro cervello è programmato per dimenticare: è solo scordando le informazioni meno importanti che riusciamo a prendere decisioni ottimali. E il fine ultimo del cervello è proprio quello: fare in modo che le decisioni che prendiamo siano il più intelligenti possibile.

Secondo lo studio, il nostro cervello lavora per noi in due modi: ci aiuta ad adattarci a nuove situazioni, facendo scivolare via dalla mente vecchie informazioni che potrebbero ostacolarci nell’affrontare i cambiamenti, e ci permette di generalizzare. Nel momento in cui tralasciamo i dettagli, creiamo delle memorie semplici e più efficaci per predire nuove esperienze.

Cosa ci dice il cervello

Semplificando: se andiamo in cucina per prendere il formaggio con il cellulare in mano, apriamo il frigorifero, prendiamo il formaggio ma lasciamo il cellulare sul ripiano del frigo, non siamo degli inguaribili sbadati, ma in quel momento ci siamo concentrati sulla cosa importante, prendere il formaggio, tralasciando quella meno importante, cioè tenere in mano il telefonino.

E se ancora non siete convinti, sappiate che anche Albert Einstein, Nobel per la fisica, era uno sbadato patologico, tanto che un amico di famiglia disse di lui: “Non combinerà mai niente, perché dimentica tutto!”

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