Come abbiamo avuto più volte modo di scrivere, la demenza è una patologia comune agli anziani perché semplicemente il nostro cervello inizia a perdere colpi con gli anni: si arrugginisce, fa fatica a richiamare alla memoria numeri, volti o persone, va più facilmente in confusione rendendo difficoltosa la vita di chi purtroppo ne soffre.
La spezia che aiuta le cellule del cervello
Ciò succede perché vengono prodotte meno cellule staminali e le connessioni neuronali diventano più lente, tuttavia esiste una spezia in grado di aumentare la produzione di queste cellule speciali dall’immenso potere rigenerante anche fino all’80%.
La curcuma è ben nota per il suo composto bioattivo curcumina, che agisce come agente antinfiammatorio sul cervello, migliorando le funzioni cognitive nei pazienti con Alzheimer.
Tuttavia, la spezia contiene un secondo composto bioattivo, l’ar-turmerone, che può anche conferire protezione contro la neurodegenerazione aumentando il numero di cellule staminali. Le cellule staminali neurali (NSC), che si trovano nel cervello e nel midollo, trasmettono messaggi a diverse regioni del cervello e del sistema nervoso.
I risultati della ricerca sull’ar-tumerone
Una ricerca pubblicata sulla rivista Stem Cell Research and Therapy nel 2014, ha scoperto che l’ar-turmerone ha contribuito allo sviluppo di nuovi neuroni. Lo ha fatto promuovendo la proliferazione delle cellule staminali cerebrali e il loro sviluppo in neutroni, hanno osservato i ricercatori: “a determinate concentrazioni, è stato dimostrato che l’ar-turmerone aumenta le cellule staminali neurali endogene fino all’80%, senza avere alcun impatto sulla morte cellulare”.
La scoperta è emersa durante un esperimento su roditori a cui è stata iniettata la sostanza chimica ar-turmerone. I ricercatori hanno notato che due parti specifiche del loro cervello si sono espanse: la zona subventricolare e l’ippocampo, dove avviene la crescita dei neuroni.
Va giustamente specificato che attualmente non ci sono prove sufficienti a sostegno dell’uso della curcuma per prevenire il morbo di Alzheimer tuttavia i risultati ottenuti dagli studi sugli animali giustificano ulteriori indagini per chiarire il ruolo di questa intensa spezia nella prevenzione della demenza.