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Trasformare l'acqua in vino: due enologi hanno scoperto come fare

Trasformare l'acqua in vino: due enologi di San Francisco hanno messo a punto una tecnica che trasforma della semplice acqua in vino pregiato

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

È possibile trasformare l’acqua in vino? La risposta è sì. Nel Vangelo la trasformazione dell’acqua in vino viene descritta come un vero e proprio miracolo; tuttavia pare che due enologi di San Francisco abbiano sviluppato una tecnica molto complessa in grado di trasformare l’acqua in vino pregiato in soli 15 minuti, senza usare l’uva. Gli inventori di questo vero e proprio miracolo sono Mardonn Chua e Alec Lee, che hanno avuto la brillante idea durante una cena.

La scoperta di due enologi

I due enologi si trovavano all’interno di una enoteca di San Francisco ed hanno visto una bottiglia pregiata di Chardonnay, che come, tutti i vini pregiati, aveva un costo molto elevato. Non potendosi permettere di spendere una fortuna, i due enologi hanno pensato di creare una formula per trasformare l’acqua in vino pregiato. Grazie a degli studi chimici, sono partiti da una base di acqua, hanno aggiunto l’etanolo, considerato il componente principale delle bevande alcoliche, ed infine vari additivi per ricreare il sapore del vino.

Chiaramente i primi esperimenti sono stati un flop, in quanto le bevande non somigliavano neanche lontanamente al vino; ma dopo vari tentativi, i due enologi sono riusciti ad ottenere dei buoni risultati, riuscendo addirittura ad imitare il Moscato d’Asti italiano. Per poter trasformare l’acqua in vino, gli enologi hanno aggiunto degli additivi basandosi su delle analisi chimiche che hanno effettuato sull’originale.

La formula segreta

La formula prevede che un litro di vino artificiale venga composto dall’85% di acqua, dal 13% di etanolo e dal 2% di additivi, che servono a conferire il sapore fruttato del vino. I due ricercatori hanno deciso di aprire una società che si occupa della vendita di repliche di vini pregiati; per il momento però, questa invenzione ha fatto storcere il naso a molti. Infatti, molti loro colleghi temono che questa tecnica possa essere utilizzata in malafede per falsificare vini pregiati e venderli come originali.

Inoltre alcuni sommelier, incuriositi da questa invenzione, hanno deciso di assaggiare le repliche dei vini per verificare la loro somiglianza con gli originali. Il loro parere, però, ha dato esito negativo, in quanto i sommelier sostengono che le repliche sono facilmente riconoscibili per via del loro sapore simile alla plastica. Nonostante ciò, Mardonn Chua e Alec Lee non si danno per vinti e sono convinti che con il tempo la replica dei vini diventerà un successo.

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