Questa alga tossica causa malesseri tra i bagnanti anche se sono in spiaggia: fai attenzione

L'alga tossica Ostreopsis Ovata sta invadendo le acque pugliesi. Scopri i rischi e come proteggerti dalla tossina pericolosa.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Sulle coste della Puglia c’è un’alga tossica che sta generando una vera e propria emergenza: la Ostreopsis Ovata. I suoi effetti sull’essere umano possono essere molto pericolosi e la sua presenza in alcune delle nostre acque nazionali rischia di essere un serio problema durante la stagione estiva che stiamo vivendo. Ma dove si trova questa alga? E quali sono i suoi effetti potenzialmente dannosi? Non ci resta che andare a scoprirlo insieme.

Alga tossica sulle coste italiane: allarme in Puglia

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. A lanciare l’allarme sono le recenti rilevazioni effettuate dall’Arpa Puglia. Le ricerche hanno mostrato concentrazioni molto elevate di questa alga, specialmente nelle acque di Torre Canne, nel comune di Fasano (in provincia di Brindisi), dove la densità dell’infestante è stata descritta come “abbondante“.

Altri due punti critici sono stati individuati in provincia di Bari e a Bisceglie (in provincia di Barletta-Andria-trani), con concentrazioni definite “molto abbondanti“.

I valori riscontrati rappresentano un rischio piuttosto significativo per i bagnanti, soprattutto per le persone più fragili e per coloro che già soffrono di problemi respiratori.

Per questo motivo, gli esperti raccomandano di evitare sia la balneazione che la permanenza sulle spiagge delle zone colpite, in particolare durante giornate ventose e con mareggiate.

Cos’è l’alga tossica Ostreopsis Ovata?

La Ostreopsis Ovata, nota comunemente come “alga tossica”, appartiene al gruppo delle Dinoflagellate e misura tra 30 e 60 micron (fate conto che 1 micron corrisponde a un millesimo di millimetro). È un’alga brunastra che cresce su rocce e substrati sommersi, spesso in zone riparate. Può formare macchie dense e assumere un aspetto mucoso o vellutato

Originariamente diffusa soltanto nei mari tropicali, questa alga predilige le acque calme, calde e ben illuminate. La sua presenza nel Mediterraneo è probabilmente dovuta all’introduzione accidentale attraverso le acque di zavorra delle navi.

Le prime segnalazioni lungo le coste pugliesi risalgono all’inizio del secolo, ma la sua proliferazione è impressionante, anche perché favorita da fattori ambientali ben presenti nella regione di tacco dell’Italia: alte temperature, alta pressione atmosferica, condizioni di irraggiamento favorevoli e mare calmo per un periodo superiore a 10-15 giorni. Guarda caso, le stesse condizioni che rendono la Puglia un paradiso per i bagnanti.

Quali sono gli effetti dell’alga tossica sugli esseri umani?

La Ostreopsis Ovata produce una tossina che può avere effetti nocivi non solo sugli organismi marini, ma anche sugli esseri umani.

I sintomi di intossicazione includono faringite, tosse, disturbi respiratori, cefalea, nausea, raffreddore, congiuntivite, dermatite e febbre.

Il problema principale è dato dal fatto che questa tossina non viene assunta tramite ingestione, ma tramite l’inalazione delle microparticelle acquose in sospensione contenenti l’alga. I sintomi, quindi, si manifestano anche nelle persone che non entrano in acqua ma che restano sulla spiaggia.

Ostreopsis Ovata: come prevenire i rischi

Per ridurre il rischio di esposizione, è sufficiente spostarsi di alcune decine di metri dalla riva. Tuttavia, se i disturbi persistono o peggiorano, è fondamentale rivolgersi ad un medico o recarsi al più vicino presidio di guardia medica o pronto soccorso.

Ad ogni modo, il nostro consiglio è quello di consultare eventuali bollettini rilasciati dalle autorità locali e delle agenzie ambientali volti a segnalare la presenza dell’alga tossica nelle zone costiere che frequenti.

Nelle zone a rischio, va limitato il tempo trascorso sulla spiaggia, soprattutto in giornate ventose o dopo le mareggiate. È inoltre consigliabile evitare il consumo di pesci, crostacei o molluschi pescati localmente.

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