Un gruppo di appassionati archeologi britannici ha recentemente fatto una scoperta sorprendente che getta nuova luce sul passato remoto dell’umanità. Questa scoperta, che al primo sguardo può sembrare modesta ma che è profondamente significativa, rivela infatti l’uso primordiale del legno da parte dei nostri antenati più antichi, risalendo a quasi mezzo milione di anni fa. La struttura ritrovata dagli studiosi consiste in una coppia di tronchi intagliati, che è stata identificata come un reperto che rappresenta un capitolo senza precedenti nella nostra storia archeologica.
La scoperta straordinaria in Zambia: ecco cosa hanno ritrovato gli archeologi
Lo studio che documenta questa straordinaria scoperta, intitolato “Evidence for the earliest structural use of wood at least 476,000 years ago“, ovvero “Prove per l’antico uso strutturale del legno almeno 476.000 anni fa”, è stato pubblicato sulla rivista Nature, e i suoi autori sono entusiasti delle implicazioni di questo inaspettato ritrovamento. Secondo loro, questa semplice struttura di legno non ha “nessun parallelo conosciuto” nel mondo dell’archeologia e fornisce una visione unica su come i nostri antenati dell’età della pietra lavoravano il legno e si adattavano ai loro mutevoli ambienti.
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Il capo dell’equipe di ricerca, Larry Barham, un archeologo dell’Università di Liverpool, ha condiviso le sue prime impressioni sulla scoperta: “Mi ci è voluto un po’ prima di capire cosa stavamo guardando. Non sembrava molto bello, a dire il vero. Ma è molto più complesso di quanto pensassi“. La struttura in questione è stata estratta insieme a una serie di attrezzi in legno dal letto di un fiume situato sopra una cascata in Zambia.
Gli antenati dell’essere umano sapeva lavorare il legno: l’incredibile scoperta
La sorprendente durabilità di questi reperti di legno è stata fondamentale per la loro conservazione. Mentre il legno solitamente si decompone rapidamente quando esposto alle intemperie, questi materiali erano sommersi nel fiume, cosa che ha contribuito a preservarli. Pertanto, quando il team di Barham ha riportato alla luce i tronchi nel corso del 2019, è stato in grado di rilevare chiaramente i segni distintivi dell’intervento umano: tacche scavate nel tronco superiore, estremità assottigliate e segni di utensili sulla superficie.
La struttura a tronchi non è solo antica, ma anche sorprendentemente datata, in quanto risale a ben 476.000 anni fa. Gli utensili in legno rinvenuti sono leggermente più giovani, con un’età inferiore a 400.000 anni. Questi reperti archeologici ci proiettano in un’epoca precedente all’evoluzione della nostra specie, l’Homo sapiens. Gli autori suggeriscono che questi reperti potrebbero essere stati creati da un altro tipo di essere umano primitivo, forse l’Homo heidelbergensis, che all’epoca era presente in Africa.
Non possiamo che pensare a come questa scoperta archeologica ci offra una preziosa finestra sul passato, mostrandoci come i nostri antenati più antichi lavoravano il legno e si adattavano alle sfide del loro ambiente. Si tratta decisamente di un ritrovamento straordinario che dimostra ancora una volta quanto sia importante la curiosità e la perseveranza degli archeologi nello scoprire i segreti nascosti della nostra storia remota per disvelarli all’umanità.