Il tema zombi ha invaso ormai gran parte della cultura postmoderna, contemplando serie televisive, fumetti, libri, rivisitazioni di classici, film, videogiochi e tutto quello che ne deriva. Vi sarà capitato di sicuro di discutere su come sopravvivere a un’invasione e quali basi scientifiche ci sono a tutto ciò.
In realtà, sorprendentemente, tutto questo non è solamente frutto dell’immaginazione di qualche scrittore o regista, ma c’è anche qualche fondamento nel nostro corpo che regge il tutto. Innanzitutto, non bisogna ridurre la definizione di zombi a un non-morto oppure a un morto tornato in vita.
Tutta colpa di un virus
Durante tutta la storia, si sono create storie e leggende di mostri o creature spaventose che hanno minacciato l’umanità. C’è una remota possibilità di una cosiddetta apocalissi zombi se accettiamo che un virus attacchi alcune persone, spingendole verso atteggiamenti quali stati di collera e un desiderio incessante di nutrirsi di carne umana, attaccando così i neuroni, come nel caso della rabbia.
Il tutto dipende dalla specificità virale. L’infezione può entrare da qualsiasi parte e lentamente avanzare fino al sistema nervoso centrale grazie al trasporto assonale retrogrado, a volte impiegandoci addirittura anni, ma quando ormai raggiunge il cervello è troppo tardi.
In altri casi, un virus specifico ha bisogno di neuroni specifici per contagiare parti specifiche, senza dover danneggiare l’intero cervello. Sembra una possibilità remota, ma è in realtà quello che succede ogni giorno nel nostro naso. Il nervo olfattivo è collegato direttamente al sistema nervoso e quando recepiamo qualche odore, si scatenano effetti zombificati, mentre altre aree del cervello restano intatte.
Parlando in maniera più specifica, lo stimolo arriva fino all’ipotalamo ventromediale che segnala gli sbagli, all’amigdala che controlla la memoria e le emozioni e alla corteccia frontale dove risiedono la coscienza, la capacità di risolvere problemi e inibire le azioni impossibili.
Cosa cambia con il virus ‘zombie’
La trasmissione di un virus attraverso il nervo olfattivo potrebbe creare persone super affamate, aggressive e col cervello spento. Non riconosceranno famigliari e amici, ma soprattutto non controlleranno le proprie azioni, pensando solamente a soddisfare un fortissimo bisogno di nutrirsi.
Insomma, è quello che potremmo chiamare uno zombi in tutto e per tutto. Adesso che conosciamo la minaccia, saremo pronti all’apocalisse zombi?