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Che differenza c'è tra laico e ateo sulle tematiche religiose

Che differenza c'è tra laico e ateo? Ecco in cosa differiscono i due modi di approcciarsi alla religione

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Se vi state domandando che differenza c’è tra laico e ateo questo articolo è quel che fa al caso vostro. È un argomento che negli ultimi anni ha fatto molto discutere per via dell’uso improprio dei due termini e dalla eccessiva confusione che ne deriva.

Chi è il laico

Innanzitutto è necessario precisare che fra laico e ateo c’è una grande differenza, nonostante nel linguaggio comune i due termini vengano soventemente confusi.

Infatti, secondo il reale significato del termine, per laico si intende un soggetto che è fedele alla religione ma non ricopre alcuna carica ecclesiastica, quale può essere il prete o il sacerdote. Inoltre, colui che si autodefinisce laico non è appartenente ad alcuna congregazione religiosa.

Chi è l’ateo

Invece, chi sostiene di essere ateo nega completamente l’esistenza di una o più divinità e soprattutto non professa in alcun modo la religione. Questo è intuibile anche dalla provenienza etimologica del termine atheos, che letteralmente significa senza dio. È questa la grande differenza che c’è fra laico e ateo.

È evidente, quindi, come laicismo e ateismo siano due correnti di pensiero e modi di interpretare il rapporto tra l’uomo e la religione assolutamente contrapposti, ma che nel linguaggio moderno vengono sbadatamente confusi molto sovente.

Il dibattito storico su laico e ateo

Nonostante ciò, già nel passato molti autori illustri hanno argomentato nei loro scritti che differenza c’è fra laico e ateo. Fra questi, impossibile non ricordare il filosofo e teologo francese Blaise Pascal che ha analizzato la figura del credente e del rapporto con Dio, spiegando quanto soltanto l’infinita pienezza del divino possa colmare il vuoto dell’uomo.

Anche Tito Lucrezio Caro, poeta e filosofo dell’epoca romana, ha trattato l’argomento nella stesura del suo poema didascalico di natura epico-filosofico De Rerum Natura: “la paura ha creato gli dei”, così scrisse all’interno dell’opera cercando di spiegare il rapporto dell’uomo con le divinità.

La terza via: l’agnostico

Comunque, oltre al laicismo e all’ateismo, vi è ancora una corrente di pensiero che indica il rapporto di un uomo può con la religione: l’agnosticismo. Infatti, colui che si autodefinisce agnostico è un soggetto che preferisce sospendere il giudizio sull’esistenza di una o più divinità in quanto reputa di non aver le adeguate conoscenze in materia per esprimersi.

Dunque, un agnostico ha una posizione nei confronti della religione estremamente differente da quella di un ateo, nonostante, anche in questo caso, sovente si faccia un po’ di confusione.

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