Molti di noi sostengono che le cipolle abbiano il potere di non farci ammalare perché speciali catalizzatori di batteri, killer di virus con miracolosi effetti curativi.
Le credenze sulla cipolla
A supporto della diffusa credenza popolare una leggenda risalente ai primi anni del 1900 secondo cui un medico in visita a casa di una famiglia di contadini notò la presenza di cipolle private delle estremità in ogni stanza (conoscete la leggenda dei cachi e dei loro semini?).
Incuriosito da tale bizzarra abitudine chiese il motivo e gli venne risposto che le cipolle hanno proprietà antisettiche e antinfiammatorie e che appunto tengono lontane le malattie. Alcuni credono dunque che la cipolla attragga i batteri e che dunque non utilizzarla tutta, ma lasciarla tagliata in giro in cucina possa essere d’auspicio per la nostra salute.
La verità
Conteniamo l’entusiasmo perché l’unica sostanza antibatterica contenuta nelle cipolle è l’acido solforico, che ci fa piangere non appena le tagliamo (ecco la cipolla che non fa piangere), ma svanisce in fretta a contatto con l’aria.
Appurato dunque che le cipolle non ci salvano dall’influenza, per non buttare la parte inutilizzata, è bene rispettare qualche semplice regola per conservarla al meglio senza che si ammuffisca: la cipolla tagliata, infatti, va sempre messa in un contenitore di plastica con coperchio chiuso e non lasciarla senza protezione nel frigo col rischio che contamini gli altri alimenti.
A proposito di disposizione degli alimenti nel frigo e di metodi di conservazione, l’insalata si mantiene più a lungo se utilizzate il trucchetto della carta assorbente e state attenti a non mettere al fresco le banane, le uova, gli agrumi e questi altri cibi… Rischiate di farli rovinare anzitempo!