Le cotolette sono un piatto tradizionale molto popolare in diverse cucine del mondo, con varianti regionali che riflettono ingredienti e tecniche culinarie locali. La cotoletta alla milanese è probabilmente la versione più famosa in Italia. Originaria di Milano, è preparata con una costoletta di vitello con l’osso, impanata e fritta nel burro chiarificato. La panatura è realizzata con uova e pangrattato, e la carne è spesso battuta leggermente per ottenere una cottura uniforme. La cotoletta alla milanese è nota per la sua croccantezza esterna e la carne succosa all’interno.
Il Wiener Schnitzel è l’equivalente austriaco della cotoletta alla milanese. Tradizionalmente preparato con carne di vitello, può essere fatto anche con maiale. La carne viene battuta molto sottile, poi impanata con farina, uova e pangrattato, e fritta in olio o burro chiarificato. Il Wiener Schnitzel viene spesso servito con una fetta di limone e contorni come insalata di patate o marmellata di mirtilli rossi.
Un’altra variante italiana è la cotoletta alla palermitana, tipica della cucina siciliana. Questa versione è generalmente preparata con carne di maiale o di vitello, ma invece di essere fritta, la cotoletta è cotta al forno. La panatura spesso include pangrattato, formaggio grattugiato, aglio, prezzemolo e a volte succo di limone. Questa preparazione è considerata più leggera rispetto alle versioni fritte. In Emilia-Romagna, esiste una variante chiamata cotoletta alla bolognese. Questa cotoletta, solitamente di vitello o pollo, è impanata e fritta, poi ricoperta con prosciutto e formaggio Parmigiano-Reggiano grattugiato. Infine, viene cotta al forno fino a quando il formaggio si scioglie. È una versione particolarmente ricca e saporita del piatto.
Esiste poi la chicken Fried Steak negli Stati Uniti, una variante americana che utilizza bistecca di manzo impanata e fritta come una cotoletta. È servita con sugo al latte (gravy). Dal Giappone, la tonkatsu, preparata con carne di maiale, impanata con panko (pangrattato giapponese) e fritta. Viene spesso servita con salsa tonkatsu, cavolo tritato e riso. Ed ancora il cordon bleu, un piatto svizzero che prevede una cotoletta di vitello o pollo farcita con prosciutto e formaggio, poi impanata e fritta.
Se farla in casa è piuttosto semplice, sono in molti a comprarla al supermercato, ma la dottoressa Daniela Biserni sul profilo Instagram di Prevenzioneatavola, dà alcuni suggerimenti importanti che è bene ascoltare, quando si compra la cotoletta già pronta. “La dottoressa, infatti, dice di leggere sempre con attenzione l’etichetta, perché gran parte delle cotolette sono fatte meccanicamente, con la cosiddetta carne separata meccanicamente, che deve essere scritto sull’etichetta o indicato con la scritta CSM” dice l’esperta, che poi mostra alcune immagini che definisce “forti” in cui si vede il processo di produzione. “Spesso è carne di bassa qualità, scarti degli allevamenti intensivi, spesso sono aggiunti tanto sale e tanti additivi. E’ lo stesso tipo di carne che molto spesso è usato nei würstel. Il mio consiglio è di evitare questo tipo di prodotti” sottolinea ancora la dottoressa chiudendo il suo videmessaggio, che postiamo qui sotto.
Ecco allora che preparla in casa propria comprando maiale, pollo o vitella in base al proprio gusto, può essere l’idea migliore. Ed ecco qui sotto anche consigli sulla preparazione:
Indipendentemente dalla variante, la preparazione della cotoletta segue alcuni passaggi comuni:
- Preparazione della carne: La carne è solitamente battuta per ottenere uno spessore uniforme, il che facilita una cottura rapida e uniforme.
- Impanatura: La carne viene passata nella farina, poi nell’uovo sbattuto e infine nel pangrattato. Alcune ricette possono includere spezie o erbe aromatiche nella panatura.
- Cottura: Le cotolette sono fritte in olio o burro chiarificato fino a doratura. Alcune versioni possono essere cotte al forno per una variante più leggera.
Le cotolette sono spesso servite con contorni variabili a seconda della regione, come patate, insalate, verdure cotte o salse specifiche. La semplicità del piatto e la sua versatilità fanno sì che sia apprezzato in molte culture diverse.