Decine e decine di milioni di squali sono uccisi dall’uomo ogni anno. Un vero e proprio massacro di un animale che vive nel suo habitat, il mare, l’oceano, ma che tendiamo a giustificare, perché consideriamo questo pesce un pericolo per l’uomo, che raramente è vittima di attacchi in acqua, difficilmente oltre le dieci vittime, un numero nettamente inferiore rispetto a quanto noi facciamo nei confronti dello squalo. E per una ragione puramente commerciale.
Il motivo per cui ogni anno sono uccisi milioni di squali, in realtà è per le loro pinne, molto richieste sul mercato ittico, spesso illegale, che sta provocando una decimazione importante, accelerando il processo di estinzione.
- Quali specie di squali vivono nel Mediterraneo?
- Qual è lo squalo più pericoloso in Italia?
- Quali sono le spiagge con più squali in Italia?
Quali specie di squali vivono nel Mediterraneo?
Sono molte le specie di squali, poche in verità, quelle di cui avere paura quando si è in acqua. Nel Mar Mediterraneo, in particolare, gli attacchi di squali sono rarissimi, tanto che l’ultima vittima italiana risale al 1989, quando ad essere ucciso fu un pescatore, Luciano Costanzo, sceso in acqua per tentare di riparare un’avaria che aveva colpito la propria imbarcazione. Costanzo venne attaccato a Piombino nel Golfo di Baratti da uno squalo bianco. Da allora la domanda ricorre in modo ciclico: quali sono le specie di squali presenti nel Mar Mediterraneo? E quali sono effettivamente pericolose per l’essere umano?
Ad oggi possiamo rispondere che questi grandi pesci diventano davvero pericolosi, quando si viola il loro habitat naturale e quando sono a caccia di cibo per nutrirsi. Ma ora elenchiamo comunque le tipologie che possiamo ritrovare nel mare che bagna il nostro paese, il cosiddetto Mare Nostrum.
Sebbene gli incontri ravvicinati con questi pesci siano piuttosto rari, d’estate c’è un picco di avvistamenti, ma semplicemente perché siamo noi a frequentare di più l’ambiente marino. A proposito del più temibile di questi animali, lo squalo bianco, è estremamente raro trovarlo nel Mar Mediterraneo, perché si trova soprattutto nelle acque prossime alle coste del nord Africa e non frequenta molto le acque italiane.
La verdesca, invece, è abbastanza comune lungo i litorali adriatici centro-settentrionali, mentre recentemente si sono registrati avvistamenti di squalo mako nel Mar Tirreno e nel Mar Ligure. Lo squalo toro e lo squalo martello, infine, non sono affatto comuni.
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Qual è lo squalo più pericoloso in Italia?
I responsabili della maggior parte dei morsi sono il grande bianco (Carcharodon carcharias), lo squalo tigre (Galeocerdo cuvier), il leuca (Carcharhinus leucas) e il longimano (Carcharhinus longimanus). Tuttavia, tutti gli squali, grandi e piccoli che siano, sono predatori e potrebbero essere in grado di infliggere ferite se provocati. Le specie di squalo potenzialmente pericolose nei mari italiani sono tre: il mako, il grande bianco e in parte minore la verdesca. Quest’ultimo non è di indole aggressiva, ma attacca solo se viene spaventato. Dal 1900 ad oggi, sono stati riportati circa 40 incidenti. Di questi, meno di 10 mortali.
Lo squalo mako ha la capacità di spiccare salti enormi e presenta una dentatura mostruosa, può balzare sulle imbarcazioni ed è quindi molto temuto dai pescatori. Lo squalo bianco è abbastanza presente nel Mar Mediterraneo. Anche se più presente in zone quali Australia, Sudafrica e Oceano Pacifico, mentre la verdesca è nota anche come squalo azzurro, può giungere fino a quasi 4 metri di dimensioni. Si tratta di un pelagico, nel senso che nuota in mare aperto, ma in questa zona manca il cibo e dunque tendono ad aggredire i sub che girano per le loro zone.
Quali sono le spiagge con più squali in Italia?
Le coste italiane più battute dagli squali sono sono quelle della Calabria, in particolar modo nella zona dello stretto, tra Reggio Calabria e Messina, dove le correnti dello stretto sono favorevoli per la nascita di nuovi squali e quindi le femmine prediligono queste acque. Gli attacchi sono molto rari e comunque si verificano al largo e non di certo vicino alla spiaggia. Dal 2012 a oggi si sono verificati 272 incidenti “da morso” di squalo in tutto il mondo e la percentuale minore proprio nel Mediterraneo, con appena 4 casi.
Oltre alla zona nei pressi di Messina, in Sicilia c’è anche l’isola di Lampione, vicino Lampedusa, che ospita un certo numero di questi mammiferi. Sulla costa orientale calabrese è frequente la presenza di squali sullo Ionio e, in particolare, verso la punta di Capo Rizzuto, mentre verso Nord, la zona del mar Adriatico che bagna la Puglia in cui si verifica il maggior numero di avvistamenti di squali è il Salento, in particolare al largo di Porto Cesareo e di Gallipoli.
Sul versante tirrenico, le spiagge con più squali in Italia sono quelle della Sardegna e della Campania, nel tratto di mare tra le due Regioni. Altra zona sarda affollata è la punta sud occidentale dell’isola, nella zona di Sant’Antioco. Ancora una volta è essenziale ribadire che un bagno in spiaggia non rappresenta un rischio, restando nelle zone delimitate per la sicurezza dei bagnanti.
Anche nel mar Adriatico c’è stato qualche avvistamento di squalo bianco, ma la zona che ne è più ricca in Italia è quella al largo delle coste calabresi, in prossimità dello Stretto di Messina, per un mix favorevole di temperatura, corrente e abbondanza di pescato, che rappresenta il cibo dei predatori, fanno sì che questa zona sia una delle principali nursery di squali dei nostri mari. Il grande squalo bianco può arrivare fino a 6-7 metri di lunghezza e si riconosce subito per la classica pinna a forma triangolare e il muso appuntito.