Italia, qui rischi di fare il bagno tra la monnezza: dove si trovano le acque più sporche del Mediterraneo

Anche alcune coste italiane finiscono nell'elenco delle acque più sporche del Mediterraneo. Scopriamo quali sono.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Le acque del Mar Mediterraneo sono amate da tutti coloro che abitano le sue sponde e i paesi che vi si affacciano e, al contempo, sono ammirate e frequentate da turisti di tutto il mondo. Tuttavia, ci sono alcune spiagge del mare nostrum che nascondono una triste realtà. E, peggio ancora, tra le acque più sporche del bacino ci sono anche quelle italiane. A rivelarlo è un nuovo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature, nel quale viene svelata la portata dell’inquinamento marino, mettendo in luce un problema che non può più essere affatto ignorato. E che ci riguarda da vicino proprio per via delle acque del Mediterraneo.

La ricerca rivela quali sono le acque più sporche del Mediterraneo

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. La ricerca (“Proof of concept for a new sensor to monitor marine litter from space”) pubblicata lo scorso giugno e frutto di un’analisi approfondita effettuata da diversi scienziati provenienti da tutta Europa, ha utilizzato 300mila immagini satellitari con una risoluzione spaziale di 10 metri, scattate ogni tre giorni per un periodo di sei anni dai satelliti Sentinel-2 del programma Copernicus.

Nonostante i sensori di questi satelliti non siano specificamente progettati per rilevare i rifiuti, l’uso di supercomputer e algoritmi avanzati ha permesso di creare la mappa più dettagliata mai realizzata dell’inquinamento da plastica nel Mediterraneo.

Quali sono le acque più sporche del Mediterraneo?

Dalla ricerca è infatti emerso che l’intero bacino del Mediterraneo è disseminato di aree particolarmente colpite dall’inquinamento da plastica. Gli “hub” più sporchi identificati nello studio comprendono:

  • Mare di Alboran Sud-Occidentale: questa zona, situata tra Spagna, Marocco e Gibilterra, è una delle più colpite dall’inquinamento. La posizione strategica e il traffico marittimo intenso contribuiscono all’accumulo di rifiuti plastici.
  • Acque algerine: le coste algerine soffrono di un alto livello di inquinamento, con rifiuti plastici che minacciano l’ecosistema marino e la biodiversità locale.
  • Golfo di Gabes, Tunisia: questo punto è un’altra delle zone estremamente critiche per l’inquinamento da plastica, con rifiuti che si accumulano e contaminano l’ambiente marino.
  • Acque italiane: due coste italiane, in particolare quelle al largo della Calabria, specie sul versante ionico, e l’estremità settentrionale del Mare Adriatico, sono tra le più inquinate del Mediterraneo.

Non è quindi un caso che l’Italia, con il suo vasto litorale e le sue acque per la stragrande maggioranza dei casi cristalline, è oggi tra le aree più colpite dall’inquinamento marino. Come rilevato dalla ricerca, alcune acque del nostro paese sono diventate veri e propri “hub” di rifiuti plastici.

Si tratta di una situazione critica che non solo danneggia l’ambiente, ma compromette anche la salute delle persone e delle economie locali che dipendono dal turismo e dalla pesca. Il rapporto pubblicato su Nature sottolinea l’urgenza di affrontare l’inquinamento marino con misure concrete e immediate. È fondamentale insistere verso una politica di presa di coscienza, volta alla riduzione dei rifiuti, nonché al miglioramento della loro gestione. Solo attraverso uno sforzo collettivo sarà possibile proteggere il Mediterraneo e le sue acque dall’inquinamento. E, magari, un giorno potremo tornare a parlare delle “acque più pulite” del mondo.

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