Tutte le volte che hai viaggiato in aereo, ti sarà sicuramente capitato di notare che poco prima del decollo e dell’atterraggio il personale di bordo chiede ai passeggeri di alzare le tendine dei finestrini. Contrariamente a quello che credono in molti, questa misura non è affatto legata alla sicurezza del volo e, anzi, i motivi di questo gesto vanno oltre il semplice protocollo di emergenza. Ci sono ragioni pratiche e funzionali che rendono questa pratica indispensabile, alcune delle quali sono veramente sorprendente. Ma qual è il vero motivo dietro questa abitudine apparentemente banale? Scopriamolo insieme!
- Perché alzare le tendine del finestrino dell’aereo prima di decollo e atterraggio?
- Non è solo una questione di sicurezza: c’è anche una componente psicologica
Perché alzare le tendine del finestrino dell’aereo prima di decollo e atterraggio?
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Le norme di sicurezza sui voli aerei sono spesso percepite come regole imposte senza una spiegazione chiara. Tuttavia, l’obbligo di alzare la tendina dei finestrini non è una semplice formalità: è una questione di efficienza e coordinazione tra equipaggio e passeggeri.
Innanzitutto perché, durante le fasi più critiche del volo – il decollo e l’atterraggio – è importante che tutti abbiano la possibilità di osservare cosa sta succedendo fuori dall’aereo. Avere una piena visibilità dell’esterno consente infatti ai passeggeri di accorgersi immediatamente di eventuali anomalie, come un motore in fiamme o una perdita di carburante. Sebbene sia assolutamente raro, i passeggeri più attenti possono così segnalare eventuali problemi prima che si facciano critici.
Nel malaugurato caso in cui fosse necessario evacuare l’aereo, inoltre i finestrini aperti permettono sia ai passeggeri sia al personale di bordo di valutare velocemente la situazione esterna. Se un lato dell’aereo è più sicuro per l’uscita rispetto all’altro, poter vedere immediatamente la situazione può fare la differenza tra una fuga efficace e una mossa pericolosa.
Inoltre, nelle fasi di decollo e atterraggio, mantenere le tendine alzate fa sì che anche chi si trova all’esterno dell’aereo possa vedere dentro. I soccorritori, in caso di emergenza, devono infatti valutare la situazione interna e capire se ci sono persone bloccate o ferite. I finestrini aperti offrono un primo sguardo rapido sulla cabina, permettendo interventi più mirati e veloci.
Un altro motivo, meno ovvio ma fondamentale, è l’adattamento visivo durante le fasi di emergenza. Se un’evacuazione avviene di giorno, gli occhi devono essere pronti alla luce esterna intensa; se avviene di notte, devono abituarsi subito all’oscurità o alle luci di emergenza. Se i finestrini rimanessero chiusi, i passeggeri potrebbero trovarsi improvvisamente disorientati nel passaggio tra la cabina e l’esterno.
Non è solo una questione di sicurezza: c’è anche una componente psicologica
Questa regola è utile anche per via di una componente psicologica: gran parte dei passeggeri trova rassicurante vedere cosa sta accadendo fuori, specialmente durante il decollo e l’atterraggio, che sono i momenti più delicati del volo. Inoltre, osservare il paesaggio aiuta a ridurre la sensazione di ansia per chi ha paura di volare.
Questo perché uno degli aspetti più difficili per chi soffre di paura di volare è la sensazione di ritrovarsi ad essere completamente passivi e privi di possibilità di agire all’interno della cabina. Essere “intrappolati” in un ambiente chiuso, senza alcuna visione del contesto esterno, può aumentare il senso di vulnerabilità. Guardare fuori dal finestrino può dunque aiutare a recuperare un minimo senso di controllo: o l’aereo che si solleva dalla pista o si avvicina al suolo rende l’esperienza più comprensibile e meno astratta.