Riesci a spezzare uno spaghetto a metà? Non è facile come sembra

Una ricerca ha spiegato finalmente perché lo spaghetto si spezza in tre o più parti e non in due metà.

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Piatto classico della cucina italiana, gli spaghetti sono una golosità irrinunciabile sia con i sughi più ricercati sia con del semplice pomodoro. Tuttavia, questa volta non vogliamo parlarvi di trucchi o segreti per cuocerli alla perfezione ma di un aspetto insolito quanto curioso che ha a che vedere con lo spaghetto crudo. Chi ha provato a spezzarne uno si sarà accorto che, quando viene tenuto alle estremità, non si divide mai in due parti. Ma si spezza in tre o anche più porzioni.

No, non serve a nulla provare e riprovare, con più o meno forza, il risultato sarà praticamente sempre lo stesso. E c’è una ragione scientifica che spiega il comportamento dello spaghetto. Cerchiamo di fare chiarezza e comprendere la ragione fisica che determina questo fenomeno.

Il problema: dividere lo spaghetto crudo in due metà

Il dilemma dello spezzare gli spaghetti in due metà è tutt’altro che banale, anzi ha coinvolto scienziati ed esperti per decenni. A interrogare le menti più acute è la stranezza di questo comportamento, dal momento che altri oggetti di forma similare (basta provare con una matita, per esempio, o con un bastoncino sottile) se piegate dalle estremità si dividono in due parti. E allora, come mai non succede lo stesso anche con un banale spaghetto da cucina?

Fior fiore di scienziati, negli anni, si sono occupati di questo fenomeno senza, però, venirne a capo. A risolvere il problema è stato solo in anni recenti il Massachusetts Institute of Technology  a Cambridge (MIT). I ricercatori hanno, così, sciolto un quesito di vecchia data evidenziando come la peculiarità della pasta sia la sua flessibilità, caratteristica che corpi come la matita per esempio non possiede. Pubblicato sulla rivista specialistica ‘Proceedings of the National Academy of Sciences’, lo studio ha quindi posto la parola fine al dilemma con il quale si era cimentato invano nel XX secolo anche lo scienziato Richard Feynman .

Perché lo spaghetto si spezza solo in tre o più parti: le prime ricerche e la soluzione del dilemma

I limiti del tempo, infatti, non avevano allora permesso allo studioso di raggiungere una spiegazione del tutto chiarificatrice, cosa che invece hanno fatto, nel 2005, due fisici francesi. Basile Audoly e Sébastien Neukirch – questi i loro nomi – formularono una teoria che spiegava la rottura multipla degli spaghetti. Tutto dipende dalle ‘onde flessurali’, che si creano nel momento in cui lo spaghetto si spezza propagandosi in lunghezza e causando le successive rotture.

Procedendo su tali basi, i ricercatori del MIT sono riusciti a spezzare in due uno spaghetto grazie a un modello matematico e a una macchina appositamente costruita. In questo modo, è stato possibile capire come dividere in due metà lo spaghetto superando le onde flessurali. Il trucco consiste nel controllare le fratture che si creano a cascata con una piccola torsione. Questa, riuscendo a bilanciare le forze di frattura, permette di spezzare a metà lo spaghetto. Un risultato inseguito per decenni che apre a nuovi approfondimenti in materia che potranno portare a nuove rilevanze pratiche in futuro.

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