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Non spezzare mai la pasta lunga quando bolle l'acqua: il motivo

Non serve la scienza per capire che rompere la pasta prima di buttarla nell'acqua bollente è un errore: ecco spiegato il perché

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Avete mai visto quei video degli youtuber, instagrammer e tiktoker americani nei quali, prima di buttare la pasta, spezzano gli spaghetti, le linguine, i bucatini o altri formati lunghi? Si tratta di momenti che spezzano il cuore di ogni buon italiano ma dietro questa inspiegabile sofferenza non c’è solo una spiegazione culturale. Spezzare gli spaghetti è sbagliato a prescindere. Andiamo a scoprire il vero motivo, almeno secondo gli esperti di cucina.

Pasta con cotture diverse

La ragione, in realtà avallata da chi porta il tricolore nel cuore, è molto facile: rompere la pasta prima di buttarla comporta necessariamente la creazione di pezzi di forme e dimensioni diverse che ovviamente andranno a cuocere con tempi diversi, portando nel piatto finale alcuni spaghetti troppo cotti, altri giusti e altri che potrebbero essere ancora crudi… Di conseguenza, spezzare la pasta comporta essenzialmente il rischio di una non omogeneità della consistenza del piatto, nel quale si affolleranno pezzi di pasta di forme e durezze diverse.

Ma non è sempre un errore

Inoltre, la pasta lunga è lunga per un motivo preciso: trattenere il sugo della pasta in un certo modo, ottenere bocconi più pieni e saporiti, essere avvolti intorno alla forchetta. A riguardo, ci preme dire che, peggio di chi spezza la pasta prima di buttarla, c’è chi taglia gli spaghetti nel piatto. 

Ecco l’eccezione

In realtà, però, rompere la pasta non è sempre un errore: c’è un formato di pasta molto diffuso soprattutto nell’Italia Meridionale, che è nato proprio per essere spezzato. Si tratta ovviamente degli ziti che, da tradizione, vanno rotti in più parti prima di essere cotti e quindi conditi con il ragù o con la genovese… A chi obietterà su questa eccezione, c’è da far notare una cosa: a differenza degli spaghetti o delle trenette, gli ziti non sono pensati per essere mangiati lunghi. Il loro, dunque, è un destino di natura.

 

 

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