Il mondo della truffa è una realtà, ahinoi, sempre operativa e quasi ogni giorno vengono messe a punto nuove strategie con cui ingannare i cittadini in maniera sempre più subdola. Subire una truffa, infatti, non è solo un rischio per gli anziani – tra i più fragili e, per questo, vittime privilegiate di situazioni spiacevoli di questo genere – ma è un problema che può coinvolgere davvero chiunque. Da qui, dunque, il consiglio a tenere sempre bene gli occhi aperti perché, come dice il caro buon vecchio detto sempre attuale, ‘fidarsi è bene, non fidarsi è meglio’.
Ora l’ultima tecnica attuata dei malviventi è stata segnalata a Roma, dove si parla di vero e proprio allarme per la cosiddetta ‘truffa del telefonino’ o ‘truffa del cellulare’. Si tratta dell’ennesima pratica criminale messa in atto per derubare gente ignara e, benché al momento non risulti nessuna denuncia formale, secondo diverse fonti giornalistiche i casi risultano in costante – e preoccupante – aumento in pochi giorni. Ma vediamo di capire meglio il meccanismo di questa truffa e come possiamo difenderci per non cadere vittima dei malviventi.
- La truffa del cellulare, i primi casi nella Capitale: in che cosa consiste e cosa stare attenti
- Cosa racconta una vittima che ha intuito la truffa
La truffa del cellulare, i primi casi nella Capitale: in che cosa consiste e cosa stare attenti
Secondo quanto si apprende dal quotidiano ‘ Il Messaggero’, impegnato nel monitorare la situazione sull’intero territorio cittadino, la ‘truffa del cellulare’ starebbe coinvolgendo nello specifico alcune zone della Capitale a partire dal quartiere Aurelio. In quelle vie – l’ultimo caso sarebbe avvenuto lungo via Gregorio VII – ci sarebbe la maggiore concentrazione di colpi nelle ultime giornate.
Tutto parte dalla simulazione di un’incidente, tale per cui il truffatore si finge vittima per poi passare a realizzare il suo piano criminale. La vera vittima, infatti, è chi si trova alla guida dell’automobile, che si ritrova una persona stesa a terra in prossimità del proprio veicolo. A quel punto, il guidatore scenderà dall’auto per verificare lo stato di salute del soggetto che crede di aver investito, il quale rialzandosi dall’asfalto fingerà di mettere ben in vista il proprio cellulare danneggiato.
Così, per le riparazioni necessarie, la finta vittima sfrutterà la preoccupazione se non addirittura la paura scatenata dallo scontro (inesistente) e avanzerà la richiesta di essere risarcita. L’ingenuità, la buona fede, lo spirito collaborativo e la solidarietà verso una persona che si crede nostra vittima fanno il resto portando molte persone a consegnare del denaro.
Cosa racconta una vittima che ha intuito la truffa
Sempre alle colonne de ‘Il Messaggero’ una delle vittime ha affidato il proprio racconto, utile per entrare meglio nelle dinamiche della truffa stessa. Nei pressi della stazione San Pietro, l’uomo si è ritrovato un giovane sdraiato sul marciapiede. “Sono sceso dalla mia auto e sono corso subito verso di lui – si legge – Si è rialzato ‘lamentando’ dolore al gomito. Volevo chiamare i soccorsi e le forze dell’ordine, ma il giovane si è rifiutato e mi ha chiesto 70 euro come rimborso per il suo telefonino rotto”.
“Ho intuito di trovarmi di fronte ad una truffa e ho detto che avrei chiamato la polizia – prosegue R.L. – Il ragazzo ha insistito nel chiudere la faccenda con il rimborso del telefonino”. Parole che hanno insospettito l’uomo che non ha ceduto riconoscendo che “l’investimento era pura finzione”.