Quando parliamo di scaramanzia, la prudenza – almeno per chi ci crede – non è mai troppa così si sta attenti con le scale (a New York inciampano tutti sulle scale di questa fermata), a non incrociare un gatto nero e a non passare il sale di mano in mano. Le origini di questi piccoli riti anti-jella che quasi quotidianamente si fanno, spesso anche senza pensarci troppo, rimangono piuttosto oscure, tuttavia sono arrivate fino ai giorni nostri e con molta probabilità continueranno a perpetrarsi a lungo.
- Perché non si passa il sale di mano in mano
- Il sale e il buon auspicio
- Quando il sale porta sfortuna
Perché non si passa il sale di mano in mano
La superstizione legata al passaggio del sale di mano in mano è una delle credenze più radicate e diffuse in molte culture del mondo. Spesso ci troviamo a dover posare il sale sul tavolo per permettere a qualcun altro di prenderlo, senza sapere esattamente perché. Questa pratica, considerata da molti un semplice gesto di cortesia, ha in realtà profonde radici storiche e culturali.
La credenza affonda le sue radici nell’antichità, quando il sale era una merce preziosa e simbolo di purezza, amicizia e protezione. Passare il sale direttamente di mano in mano era visto come un gesto che poteva rompere il legame di fiducia e amicizia, poiché si credeva che così facendo si trasferisse anche la cattiva sorte. ma non solo.
Nel Medioevo, il sale era utilizzato nei rituali per tenere lontani gli spiriti maligni e proteggere le persone dai mali. Passandolo di mano in mano, si pensava che questa protezione potesse essere infranta, lasciando spazio alla sfortuna e agli spiriti negativi.
Il sale e il buon auspicio
Sulla cucina tanti sono i falsi miti e le bufale che circolano in rete (dall’ananas che fa dimagrire al pericolo di bere acqua durante i pasti), ma quando c’è di mezzo la superstizione non c’è ricerca, smentita o esperto che tenga. Legate al sale sono numerose le storie, vere e infondate: ingrediente considerato estremamente prezioso (da qui deriva infatti il termine “salario”), l’oro bianco nell’antichità era considerato divino perché proveniente direttamente dalla Terra e impiegato nell’Alomanzia, un’arte basata sull’interpretazione dei cristalli di sale in uso durante il paganesimo.
Per tenere lontana la cattiva sorte si nascondono tre chicchi di sale grosso nel portafoglio, oppure cospargere gli angoli della casa con del sale per proteggere l’abitazione o ancora contro l’invidia si dice che faccia bene portare una pietra di sale al lavoro.
Un gesto comunemente considerato apotropaico è quello digettare un pugnetto di sale alle proprie spalle, mentre passarlo di mano in mano è giudicato un atto “pericoloso” portatore di sventura. Gli Antichi Romani lo offrivano in segno di amicizia e ospitalità e lasciarlo cadere significava rompere il patto di lealtà, il sacro vincolo.
Quando il sale porta sfortuna
Diversi gli episodi che avvalorano l’ipotesi che far cadere il sale porti sfortuna: si crede addirittura che Giuda lo abbia rovesciato poco prima di tradire Gesù durante l’ultima cena, per questo motivo passarlo di mano in mano aumenterebbe la possibilità di farlo cadere. Da qui la forte convinzione che siameglio poggiare il sale sulla tavola e poi riprenderlo invece che sollevarlo in aria e correre il rischio.
Che siate superstiziosi o no (a proposito, sapete perché il corno rosso è contro il malocchio?), sappiate in ogni caso che il sale è deleterio per la cellulite e il gonfiore, che il sale marino insieme alla sabbia bagnata sono un toccasana per il nostro organismo e che seguire una dieta povera di sodio contribuisce ad abbassare la pressione (hanno addirittura inventato la forchetta elettrica per limitare l’uso del sale).