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L'Arca di Noè è stata ritrovata? La scoperta degli scienziati non lontano dall'Italia

I resti di una nave sepolta per 5mila anni sotto il Monte Ararat riaccendono il mistero dell'Arca di Noè

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

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Per secoli, la ricerca dell’Arca di Noè ha alimentato il dibattito tra scienziati, storici e appassionati di archeologia biblica. Una scoperta in Turchia ha ora riportato alla ribalta la possibilità che la leggendaria imbarcazione possa davvero esistere, sepolta sotto strati di sedimenti e tempo.

La scoperta nella Durupinar Formation

Un team internazionale di ricercatori sostiene di aver identificato una formazione geologica a forma di nave che potrebbe essere i resti fossilizzati di un’antica imbarcazione. Questo presunto ritrovamento si trova a circa 30 km a sud del Monte Ararat, luogo tradizionalmente associato alla storia dell’Arca.

Il sito in questione è noto come Durupinar Formation, una struttura geologica di 163 metri di lunghezza formata da un particolare tipo di minerale ferroso chiamato limonite. Fin dalla sua scoperta nel 1948, questa formazione ha incuriosito studiosi e ricercatori per la sua forma allungata che ricorda una grande imbarcazione.

Ciò che rende questa scoperta particolarmente interessante è il fatto che nuove analisi hanno confermato che l’area era sommersa dall’acqua tra 3.500 e 5mila anni fa. Questo dato coincide con il periodo in cui, secondo la Bibbia, un diluvio avrebbe coperto la Terra, obbligando Noè a costruire un’enorme arca per salvare l’umanità e gli animali.

Le prove scientifiche a supporto della teoria

Dal 2021, un gruppo di ricerca composto da esperti dell’Istanbul Technical University, della Agri Ibrahim Cecen University e della Andrews University negli Stati Uniti sta studiando il sito. Durante il 7° Simposio Internazionale sul Monte Ararat e l’Arca di Noè, i ricercatori hanno presentato prove che potrebbero confermare la loro teoria.

Hanno prelevato 30 campioni di terreno e roccia dall’area circostante e li hanno inviati per l’analisi all’Istanbul Technical University. I risultati hanno rivelato la presenza di materiali argillosi, sedimenti marini e tracce di organismi acquatici, come molluschi. Questo dimostrerebbe che la regione è stata effettivamente sommersa dalle acque migliaia di anni fa.

Un altro dato interessante è che la Durupinar Formation ha dimensioni simili a quelle descritte nella Bibbia. Secondo il racconto biblico, l’Arca misurava 300 cubiti di lunghezza, 50 cubiti di larghezza e 30 cubiti di altezza. Convertendo queste misure in unità moderne, gli studiosi stimano che la nave fosse lunga circa 157 metri, una cifra molto vicina ai 163 metri della Durupinar Formation.

I dubbi della comunità scientifica

Nonostante queste nuove scoperte, il ritrovamento rimane controverso. Molti geologi ritengono che la formazione sia semplicemente il risultato di processi naturali, come l’erosione e il deposito di materiali nel tempo.

Uno degli esperti più critici, il professor Lorence Collins della California State University Northridge, ha pubblicato nel 2016 uno studio in cui sostiene che la Durupinar Formation non sia altro che una struttura naturale formata dallo scivolamento di detriti rocciosi.

Inoltre, alcuni scienziati sottolineano che il legno impiega milioni di anni per fossilizzarsi completamente. Se l’Arca fosse esistita solo 5mila anni fa, non avrebbe avuto il tempo di trasformarsi in pietra, come invece suggerirebbe la teoria dell’arca fossilizzata. L’idea che l’Arca di Noè possa trovarsi realmente in Turchia è affascinante e continua ad attrarre studiosi e curiosi da tutto il mondo. Tuttavia, le prove attuali non sono ancora sufficienti per confermare definitivamente questa ipotesi.

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