I misteri della Bibbia incuriosiscono l’essere umano sin dalla notte dei tempi. Sono tantissimi coloro che cercano di decifrare le storie raccontate nel libro sacro di ebraismo e cristianesimo, tra le quali spicca quella della Torre di Babele. C’è chi per anni l’ha considerata una semplice metafora senza alcun riscontro nella realtà storica, chi invece non ha mai mollato e ha continuato a cercarla venendo premiato da un segno che sembra confermare il racconto biblico.
La Genesi: il diluvio universale
Ma andiamo con ordine. Secondo quanto si legge nel libro della Genesi, dopo il diluvio universale, il sovrano della terra di Shinar – Babilonia fece costruire una torre per sfidare Dio e vendicarsi con lui della morte dei suoi cari, avvenuta a causa del Diluvio Universale.
Nell’area che si ritiene potesse essere quella che un tempo ospitava la torre è stato individuato un mattone commissionato dal re Nabucodonosor II, l’uomo che i ricercatori credono abbia ordinato la costruzione della torre. Si tratta del medesimo sovrano che prese d’assalto Gerusalemme nel tentativo di conquistare la supremazia mondiale. Un personaggio che quindi rientra in pieno nella descrizione del sovrano della storia.
Cosa c’è in quel mattone
Ebbene, quel mattone è tanto particolare anche perché al suo interno è possibile rinvenire del bitume, ovvero una sorta di antico catrame espressamente menzionato nel racconto biblico ma che era piuttosto insolito come materiale da costruzione. Ne deriva dunque che secondo i ricercatori potrebbe provenire direttamente dalla torre menzionata nella Bibbia.
Una scoperta fondamentale
Ad ogni modo, è anche possibile che a costruire la torre siano stati i prigionieri provenienti dall’assalto a Gerusalemme, riportati a Babilonia e resi schiavi dal re Nabucodonosor. Storicamente, si tratta di una scoperta fondamentale, una di quelle che possono confermare la grandezza e l’attinenza alla realtà della Bibbia o, almeno, del racconto della Torre di Babele. Quel mattone proverrà davvero da quell’antica costruzione? Oppure dietro c’è tutta un’altra storia?