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Come estrarre oro dai vecchi smartphone: i nuovi alchimisti

Ricavare l'oro da smartphone adesso è possibile. Ecco perchè i vecchi cellulari sono in realtà una miniera di questo metallo prezioso

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Probabile che non tutti ne siano al corrente. Quello che teniamo tra le mani, anche per diverse ore al giorno, per lavoro, studio, intrattenimento, cioè lo smartphone, è uno strumento d’oro. Questi dispositivi elettronici, infatti, sono delle vere e proprie miniere di metalli preziosi. All’interno contengono elementi con un grande valore economico, tra cui appunto uno dei più preziosi in assoluto, come l’oro. Se fino a poco tempo fa, poteva sembrare una fake news, oggi sappiamo che attraverso alcuni procedimenti chimici si possono separare e ricavare i metalli contenuti nei vecchi cellulari.

In realtà, una ricerca portata a termine dall’Università di Edimburgo, in Scozia, ha sviluppato un determinato processo chimico che separa l’oro dagli altri metalli meno ricercati. Infatti, l’oro viene utilizzato dai produttori di apparecchi elettronici per le sue elevate proprietà di conduzione di elettricità anche a livello microscopico. Ogni anno, si stima che 300 tonnellate siano utilizzate nei dispositivi elettronici, mentre un 7% della quantità mondiale si trova proprio nei rifiuti elettronici quali cellulari, televisioni e computer.

Quanti grammi d’oro ci sono in un cellulare?

In media uno smartphone può arrivare a contenere fino a 0.035 grammi di oro, si tratta di piccolissime quantità di oro, ma se finissero in discarica grandi quantità di cellulari, l’oro contenuto potrebbe essere recuperato e quindi riciclato. Per estrarlo, è necessario separarlo dai residui in eccesso e utilizzare una miscela a base di acido nitrico e acqua distillata; questa pratica, in realtà, già avviene nelle grandi discariche in Africa, dove finiscono le carcasse dei nostri cellulari. Ma nel continente, africano, dove tra l’altro provengono anche alcuni minerali usati nella produzione, il recupero dell’oro dei cellulari, come di tutti i materiali degli apparecchi elettronici ed elettrici, avviene da parte di lavoratori, le cui condizioni di lavoro sono pessime e la manodopera utilizzata in larga misura è composta da minorenni, con  condizioni di sicurezza pari a zero.

Come recuperare l’oro nei cellulari?

All’interno del cellulare, il materiale più abbondante usato dai produttori è il rame, necessario per il cablaggio del telefono, insieme all’oro ed all’argento, sono i componenti più costosi. Il tantalio, invece, viene adoperato per realizzare i conduttori e i micro condensatori. Il neodimio e il gadolinio formano le parti magnetiche del microfono e dello speaker, il disprosio, il praseodimio e il terbio permettono la vibrazione dell’apparecchio. Poi vi è il nichel, usato nel microprocessore insieme al silicio, che una volta ossidato conduce elettricità. Laddove invece passi la tensione, si annoverano l’arsenico, il fosforo, l’antimonio e il gallio, usato per altoparlante e microfono. Per effettuare la saldatura dell’elettronica nel telefono, si utilizzano lo stagno e il piombo. Nei nuovi dispositivi, le saldature non adoperano il piombo il quale viene sostituito da un miscuglio di argento, rame e stagno. Insomma, come avrete capito da questa lista, sono molti i materiali usati per costruire il cellulare.

Per recuperare l’oro, per prima cosa occorre smontare l’apparecchio e verificare le parti in oro, distinguendole dalle parti che ne contengono una traccia. Il recupero di parti completamente in oro è piuttosto semplice e veloce, mentre per le componenti che ne contengono solo una traccia, l’operazione diventa lunga e complicata, dato che richiedono l’ausilio di prodotti chimici necessari a separare l’oro dalle altre componenti presenti nello smartphone.

Per poter procedere con il recupero dell’oro dallo smartphone fai da te è necessario disporre di diversi ausili indispensabili come l’acido cloridrico, l’acqua distillata, urea o metabisolfito di sodio, guanti, siringhe e barattoli.

Una volta aperto si smontano le basette, ovvero le lastre verdi attraversate dai filamenti per la conduzione dell’elettricità che consentono ai circuiti elettrici di dialogare tra loro. Questi circuiti sono costituiti da un sottile strato d’oro e proprio per la separazione dell’oro dalle basette si dovranno utilizzare sostanze chimiche composte da una miscela di 70% di acido nitrico e 30% di acido cloridrico. Il composto aiuterà l’oro a sciogliersi, per poi essere filtrato con una siringa per riuscire a separarlo dalla presenza di diverse impurità.

L’acqua distillata servirà a risciacquare l’oro dall’acido per recuperare ogni particella d’oro; infatti lasciando evaporare il liquido si potrà ottenere una polvere dal colore marrone, l’oro puro. Chiaro è che per ottenere un guadagno sostanzioso è necessario avere a disposizione diversi dispositivi elettronici e ha senso solo se considerato in un’ottica di grande scala.

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In quali altri oggetti di elettronica si trova l’oro

Secondo l’ENEA il valore dell’oro e argento buttati via insieme ai rifiuti elettronici in Italia si aggira intorno ai 15 miliardi di euro all’anno. A livello globale, il mondo produce fino a 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici all’anno – l’equivalente di 6.000 Torri Eiffel – e sta crescendo del 3-4% all’anno. L’Europa è il secondo produttore mondiale di rifiuti elettronici, gettando via circa 12,3 Mt di apparecchiature elettroniche e batterie all’anno. All’interno sono nascoste 330.000 tonnellate di rame e 31 tonnellate d’oro . E poiché le apparecchiature più vecchie in genere contengono più di questi metalli rispetto ai dispositivi più recenti, se dovessimo recuperare tutto questo, sarebbe più che sufficiente per produrre i 14,3 Mt di nuove apparecchiature elettroniche e batterie che gli europei acquistano ogni anno. L’industria elettronica è uno dei settori industriali che si fornisce maggiormente di oro, per via delle interessanti proprietà che include questo metallo prezioso, come ad esempio la morbidezza e la malleabilità, che rendono possibile la sua incorporazione in dispositivi elettronici intelligenti come i computer. L’oro, infatti, è resistente alla corrosione, poiché non si ossida nei punti di contatto e durevole, in quanto può resistere alle radiazioni infrarossi. Per questi motivi, infatti, i dispositivi elettronici moderni più sofisticati tendono ad avere almeno una piccola quantità di oro al loro interno.

Tracce di oro si trovano in computer e laptop, da schede madri e CPU, telefoni di vecchia generazione, videoregistratori, sistemi audio e semiconduttori. Le parti del computer contengono la maggior parte dell’oro: da schede madri, circuiti integrati, contatti, pin e circuiti stampati. E come si recupera l’oro da un computer? Il procedimento di recupero del metallo prezioso è lo stesso che abbiamo illustrato per lo smartphone. Se nei cellulari le quantità di oro sono veramente minime, nei computer potrebbero essere più elevate ed arrivare anche e mezzo grammo di oro.

 

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